GIARDINI DELLA LANDRIANA
Tor San Lorenzo, Ardea (Roma)

 

  

 

Donna Antonella Galarati Scotti

Apertura: da aprile a ottobre, tutti i fine settimana ed i giorni festivi, per visite guidate di circa un'ora.

Ingresso: circa € 10 adulti - € 5 bambini 

 


 

Nel 1956 il Marchese Gallarati-Scotti e la moglie, Lavinia Taverna, acquistarono ad un'asta giudiziaria una proprietà in campagna non lontana da Roma, sulla costa Laziale nei pressi di Ardea. La proprietà fu chiamata La Landriana, in omaggio ad uno dei nomi dei Taverna. Al momento dell'acquisto non solo il terreno era completamente spoglio, senza né alberi né arbusti, ma era ancora infestato da mine e bombe, residui della guerra mondiale che qui vicino, con lo sbarco di Anzio, aveva conosciuto uno dei suoi momenti cruciali.
Il giardino nacque quasi per caso: dapprima furono piantati alberi -pini, eucalipti- per fare un po' di ombra al casale e per frenare i venti che soffiavano dal mare, distante solo quattro chilometri. In seguito un'amica di famiglia regalò una bustina di semi a Lavinia Taverna, che quasi per gioco provò a seminarli. Le piantine nacquero, e con esse nacque una passione che era destinata a lasciare un segno profondo sulla brulla proprietà. Lavinia si dedicò al giardinaggio con grande ardore, allevando centinaia di piante partendo dai semi, e collocandole nell'area intorno alla casa senza uno schema preciso.
Questa fase di entusiasmo neofita andò avanti per qualche anno, fino a quando Lavinia non si rese conto che il suo non era un giardino, ma un insieme di piante privo di una struttura ed un disegno. Aveva bisogno di aiuto per fare un vero giardino. Fu allora che il Conte Donato Sanminiatelli, amico ed ottimo giardiniere, le suggerì di chiamare Russell Page, il famoso architetto paesaggista inglese, che proprio in quel periodo stava disegnando il giardino dei Sanminiatelli a San Liberato.

  

Russell Page e Lavinia Taverna

Russell Page arrivò alla Landriana nel 1967, e comprese subito che avrebbe dovuto dare al giardino una struttura molto forte e ben disegnata, che potesse accogliere le centinaia di varietà ed imporre ordine e rigore alla collezione di piante della Marchesa. Page suddivise il grande giardino in spazi circoscritti, dal disegno fortemente geometrico sottolineato da siepi e vialetti. Per la zona immediatamente adiacente la casa egli disegnò una pergola da addossare al casale, un piccolo giardino con una vasca vicino alla sala da pranzo (rimasto immutato), ed una grande bordura di piante grigie. Poco più in là progettò un roseto formale (oggi Giardino degli aranci), un giardino per le collezioni (oggi Giardino degli ulivi) ed un rock garden. 

Il giardino degli aranci

Tornato qualche anno dopo, Page scoprì che la Marchesa nel frattempo era andata avanti, aveva continuato a coltivare piante anche al di fuori delle aree da lui disegnate, ed il suo schema iniziale doveva essere allargato e giocato su una scala più ampia. Inoltre i gusti di Lavinia si andavano affinando, la sua curiosità la portava ad introdurre sempre piante nuove: dapprima quelle mediterranee, poi le australiane, poi quelle della California, in una continua ricerca delle specie che meglio si adattassero al clima mediterraneo del suo giardino. Nei suoi appunti scritti qualche anno dopo, Page ricorda questa continua immissione di essenze, ed il suo intento di integrare le nuove piante in modo armonioso negli spazi-giardino dal disegno attentamente calibrato.In effetti, se molte delle piante che erano in coltivazione all'epoca di Page sono state cambiate con gli anni, la sua organizzazione degli spazi non solo ha retto, ma è stata determinante per il successivo sviluppo del giardino, che Lavinia ha continuato ad allargare. Seguendo il consiglio di Page, infatti, ella disegnò lungo il fianco della collina una scalinata rettilinea (oggi il Viale Bianco) che scendesse nella zona inferiore, creò un lago artificiale, continuò a disegnare giardini che nel senso delle proporzioni, nell'equilibrio, nell'uso dello spazio risentono fortemente della lezione di Russell Page. 

  

Il viale bianco 

La terza fase nella storia della Landriana risale all'inizio degli anni ottanta.Lavinia aveva dovuto trascurare il giardino per un certo periodo, e quando potè tornare ad occuparsene assiduamente decise di ripensare alcune zone del giardino, per seguire in modo più convinto il principio delle stanze tematiche, e di giocare con maggiore padronanza di mezzi sul tema degli accostamenti di forme, di fogliami, di tinte. Sparirono allora i colori più sgargianti e le piante più dichiaratamente esotiche, ed iniziò un lungo studio per creare un giardino che pur trovandosi in ambiente mediterraneo riuscisse a proporre schemi di colore delicati, giochi di pieni e vuoti accuratamente controllati con le potature, rigore nel disegno e controllo nella gamma di piante proposte. Nacquero allora alcuni fra i giardini più noti e riusciti, quali la Valle delle rose, il Viale bianco, il Giardino degli ulivi.

Il giardino all'italiana

[...]
Nacque così il capolavoro del nuovo giardino grigio, che insieme al Prato blu ed al grande prato della mostra "Primavera alla Landriana" segna un ritorno al mondo assolato del Mediterraneo, nel resto del giardino ormai filtrato e quasi esorcizzato dall'ombra dei grandi alberi.
Altri giardini erano stati progettati da Lavinia Taverna, nelle vicinanze del lago. Alcuni furono accennati, con le prime piante, altri appena sognati su carta; la scomparsa di Lavinia, avvenuta nel 1997, ha provocato una momentanea stasi in questo incessante sbocciare di nuovi giardini, che era stato il tratto più caratteristico della Landriana negli ultimi anni. Ma i suoi progetti non sono stati dimenticati: Lavinia ha lasciato a disposizione del pubblico l'inestimabile patrimonio di un giardino moderno, unico in Italia, nel quale si può venire non solo a godere di un ambiente incantato, ma anche ad imparare qualcosa del suo personalissimo stile di grande giardiniera. La sua firma inconfondibile è fatta di attente giustapposizioni di masse tramite le potature, di tappezzanti che non permettano di vedere la terra nuda, di viali e camminamenti lastricati o in erba , di schemi di colori armoniosi. La Landriana è oggi uno stimolo ed una fonte di ispirazione preziosa per chiunque si accosti al giardinaggio, sia con un approccio poetico e riflessivo sia con un attitudine più concreta e scientifica. Ma oltre al giardino c'è anche un'eredità di affetti, di sogni, d'idee che come la prima bustina di semi che diede il via al giardino, è destinata a sbocciare ed a crescere nel futuro.

Tratto da: www.giardinidellalandriana.it

 


                                       Indirizzo:
    
Via Campo di Carne, 51 - 00040 Tor San Lorenzo - Ardea (ROMA)
                              Tel. 06/91014140 - Fax 06/6872839
            www.giardinidellalandriana.it     e-mail: landriana@libero.it

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