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    LATOMIE DI SALONE e CERVARA: zona Tiburtina/Prenestina    


 

Comune: Roma
Categoria : archeologia romana e/o protolaziale Tipo : aree di interesse archeologico

Nel Comune di Roma, fuori del Grande Raccordo Anulare (GRA), nella zona dove inizia l'Autostrada Roma - Aquila, si osserva un paesaggio costituito da pareti scoscese con enormi antri scavati nel tufo, immerso nel verde percorso del fiume Aniene, qua e là degradato da interventi umani, anche recenti. Pochi sanno che queste sono le storiche Latomie di Salone e Cervara, già cave d’estrazione del tufo che il celebre Generale Lucullo provvedeva a trasportare a Roma con zattere sull'Aniene.
Il territorio fu sede di insediamenti sia protostorici che romani e medioevali nonché luogo di particolari tradizioni storiche e di culti esoterici.



Nella foto: ROMA Area Tiburtina - LATOMIE DI SALONE: uno sguardo, dall'Autostrada dei Parchi


AMBIENTE E STORIA
Le Latomie sono costituita da una serie di colline tagliate da PARETI A STRAPIOMBO, DI TUFO ROSSICCIO (visibilmente cave di quel pietrame vulcanico) che hanno prodotto anche caverne di diverse dimensioni, oggi adibite agli usi più vari.
Questo è un LUOGO DI GRANDE STORIA, che avrebbe meritato protezione e maggiori cure, nel passato, da parte delle pubbliche autorità.
Il territorio ai lati del Grande Raccordo Anulare, LADDOVE OGGI HA ORIGINE L'AUTOSTRADA DEI PARCHI, fa parte del Municipio romano denominato LA RUSTICA. In questo territorio - ed in particolare nell'AREA AI DUE LATI DEL FIUME ANIENE FRA LA VIA TIBURTINA E LA VIA COLLATINA erano già state rilevate cospicue tracce di insediamenti di popoli italici, risalenti alla protostoria.
Poco ad Est delle Latomie, verso Roma, nel 1972, all'inizio dei lavori di costruzione dell'Autostrada, venne alla luce una NECROPOLI di circa 300 tombe che datavano dall'VIII al III sec. a.C.; essa era contigua ad un ABITATO PROTOSTORICO che il Prof. L. Quilici ipotizzò essere l'antica CAENINA (villaggio latino-sabino coinvolto nel - leggendario o, più probabilmente, rituale - del RATTO DELLE SABINE). In quell'occasione furono salvati dalle incursioni dei tombaroli degli STUPEFACENTI CORREDI TOMBALI. Scavi recenti, che hanno portato all'individuazione di una più vasta e parimenti ricca Necropoli e dei resti di un abitato, hanno invece convinto gli archeologi che qui, o nei pressi, ci fosse l'antica Collatia.

STATO ATTUALE DELLE LATOMIE
Pochi sono i resti delle molte VILLE RUSTICHE (di epoca repubblicana ed imperiale) che furono costruite in questo TERRITORIO RICCO DI ACQUE, molto favorevole per le attività agricolo -pastorali. Ancora oggi si possono notare - quando non sono OCCUPATI DA CAPANNONI INDUSTRIALI, CASE E BARACCONI ANCHE ABUSIVI - lembi di questo paesaggio, magari conservato attorno a qualche castelletto rustico medioevale.
Insieme alle attività agresti, subito i Romani avviarono diverse altre attività favorite dai corsi d’acqua e dalla presenza dell’Aniene (navigabile con zattere fino a Roma).
Nel I secolo a.C. Il GENERALE LUCIO LICINIO LUCULLO iniziò in proprio l’attività di sfruttamento delle CAVE DI TUFO , OPERA CHE DIEDE LUOGO ALLE LATOMIE (quelle di SALONE sono ad oggi abbastanza ben conservate, non altrettanto si può dire per quelle di CERVARA); il materiale fu impiegato per secoli nella COSTRUZIONE DEI PIU' IMPORTANTI EDIFICI DELL'URBE, COLOSSEO COMPRESO.
Nell’anno 19 a.C. MARCO VIPSANIO AGRIPPA (genero di Augusto) imbrigliò le acque di Salone (all'VIII miglio della Via Collatina) realizzando un acquedotto che raggiungeva la zona del Campo Marzio a Roma, con un percorso quasi tutto sotterraneo che sfrutta - con INCREDIBILE PRECISIONE - un dislivello di soli 4 metri su ben 20 chilometri di lunghezza. Questo acquedotto, chiamato dell’ACQUA VERGINE in riferimento alla purezza delle fonti dell’Agro Lucullano, è ANCORA OGGI FUNZIONANTE ed alimenta note fontane del centro di Roma (inclusa la FONTANA DI TREVI).
Le Latomie furono anche utilizzate, secondo alcuni, come PRIGIONI per personaggi illustri ma soprattutto come SITO DI CULTO di divinità dai poteri ‘terapeutici’ (credenze probabilmente legate alle proprietà delle locali acque) ovvero anche come luoghi di raduno per la pratica di MISTERIOSI RITI ORIENTALI (Mitra) di cui sono state trovate concrete testimonianze.
Dopo le continue devastazioni barbariche il luogo fu abbandonato finchè non vi sorse la DOMUS CULTAE DI S. CECILIA. Dopo vari passaggi di possesso, anche fra nobili famiglie, nel duecento vi fu edificata (da parte dei proprietari, Baroni de' Rusticis) l'alta TORRE DELLA RUSTICA; con la successiva frammentazione della proprietà si diede il via ad una proliferazione di piccoli castelli (casali fortificati,ancora oggi visibili). Dal cinquecento inizia, per questo strano e particolare territorio, un certo interesse di cartografi, incisori e viaggiatori colti: dal 1815 al 1890 ogni 21 aprile alle latomie di Cervara si teneva la FESTA DEGLI ARTISTI A TOR CERVARA ( la c.d. Cervarofest, allegra manifestazione di tipo carnevalesco indetta dalla congrega degli artisti stranieri che numerosi allora risiedevano nella Capitale).
Per dovere d'informazine: la particolarità del luogo e la precisione di alcune opere di taglio delle pareti ha ispirato ad alcuni l'idea che a ciò possano collegarsi ipotesi di scomparse CITTA' SOTTERRANEE E CIVILTA' IPOGEE. In effetti, sembra che il nome di Salone derivi da un’errata trascrizione del nome originario del luogo - Casale di Solone - che si riferirebbe al celebre legislatore ateniese il quale sarebbe venuto in questi luoghi alla ricerca di un antico sito collegato alla SCOMPARSA CIVILTA' ATLANTIDEA.
In tempi recenti, le locali autorità Municipali, coinvolgendo opportunamente gli abitanti del quartiere ed in particolare i più giovani, hanno dato inizio ad una lodevole attività tesa a salvare il salvabile di questa area su cui nel corso del novecento si sono concentrate tutte le iniziative possibili per la distruzione totale del paesaggio e dei segni della storia. E’prevista anche la creazione di un PARCO DELL'ANIENE (questo era un fiume famoso per la purezza delle sue acque che alimentavano i principali acquedotti di Roma ed oggi è un corso d’acqua fra più inquinati d’Italia).


TRA GLI ALTRI LUOGHI DI INTERESSE, non lontani dalle Latomie (fuori della cerchia del Grande Raccordo Anulare di Roma) si segnalano, alla prima uscita dell'Autostrada dei Parchi (Tivoli) tutti i monumenti che fanno capo all’area tiburtina (Villa Adriana, Mausoleo dei Plauti e Ponte Lucano, Resti Urbani di Tivoli Romana, Villa d'Este e Gregoriana e Rocca Pia).
Proseguendo verso Est, lungo la provinciale Prenestina si segnalano: il sito della Necropoli Protostorica dell'Osteria dell'Osa ed i resti della Città di Gabii (v. Roma Via Prenestina), iI Tempio Santuario della Fortuna Primigenia (v. Palestrina) e, nella stessa area, gli imponenti Ponti degli Acquedotti Romani quali il Ponte delle Mole (v. San Gregorio da Sassola) ed il Ponte Lupo (v. Gallicano).




Per informazioni:
Grande Raccordo Anulare (GRA) uscita 15- Via Collatina in direzione esterna alla città.
L'area è visitabile, con cautela, attraversando proprietà private anche liberamente accessibili (es. laghetti di pesca sportiva e simili). E' raggiungibile uscendo dal Grande Raccordo Anulare di Roma, percorrendo per 1500 mt. La Via Provinciale Collatina fino a trovare indicazioni per dirigersi (con un percorso che si stacca sulla sinistra della provinciale) verso Salone e le anse dell'Aniene (Riserva Naturale); nel territorio sulla destra si trovano le prese dell’Acqua Vergine.

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