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    ABBAZIA DI MONTECASSINO    


 

Comune: Cassino
Categoria : abbazie Tipo : abbazie e monasteri

Grande e storica Abbazia Benedettina - dove nacque la Regola dell’Ordine (‘Ora et Labora’) – fu uno dei più potenti feudi nel Medioevo e costituì faro della civiltà occidentale nei secoli bui.
Prossima al confine tra Lazio e Campania, essa si erge isolata - in cima all’omonimo Monte che sovrasta la città di Cassino - evidente in tutta la sua bianca mole, facilmente visibile dai viaggiatori che percorrono l’Autostrada del Sole e questa splendida posizione ha fatto la sua fortuna nei secoli ma è stata la causa della sua rovina anche in epoca recente



Nella foto: CASSINO - ABBAZIA DI MONTECASSINO: Chiostro del Bramante


AMBIENTE IN CUI SORGE L'ABBAZIA DI MONTECASSINO
L’Abbazia è situata a 516 m. di quota, su un acuminato PROMONTORIO DELLE MAINARDE, in posizione sovrastante la città di Cassino. La sua collocazione, a metà strada fra Roma e Napoli, a dominio della via Latina (ora Casilina) e della vallata che congiunge Lazio e Campania, la dice lunga sulle motivazioni della sua importanza e della sua travagliata vita.
La costruzione sorge in un luogo (dal GRANDIOSO PANORAMA) occupato - nell’antichità - da un’ Acropoli ricca di templi; pare che Benedetto abbia anche dovuto disboscare questo monte ricco di foreste, il cui legno abbondante veniva utilizzato per le cerimonie pagane. L’ambiente - ancor oggi selvaggio e di grande isolamento - che caratterizza questa area ne esalta le caratteristiche di LUOGO DEPUTATO ALLA SPIRITUALITA'. Questa particolare atmosfera è ancor più sottolineata dal ricordo degli avvenimenti (le due battaglie di Cassino del 1944) svoltisi anche lungo le pendici di questo monte e - ancor più concretamente - dalla presenza di un grande cimitero di guerra (Polacco).
Il Monte è compreso nel PARCO NATURALE DEI MONTI AURUNCI ed in particolare costituisce il MONUMENTO NAURALE DI MONTECASSINO.

NELLE VICINANZE DELL'ABBAZIA si trovano, lungo la strada che sale da Cassino, la medioevale ROCCA JANULA e gli scavi della CASINUM ROMANA (interessantissimo Museo Archeologico); con una superstrada veloce da Cassino si raggiunge il magnifico GOLFO DI GAETA, meta di turismo balneare e ricco di spunti naturalistici, archeologici e storici (v. Formia Romana e Isola di Gianola, storica Fortezza, Mausoleo di Munazio Planco e Montagna Spaccata a Gaeta, Villa di Tiberio a Sperlonga).
Non molto lontano da Cassino, verso Est, si trova la zona Laziale del PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO, LAZIO E MOLISE mentre andando verso Roma si trova Roccasecca (Borgo-Castello natale di San Tommaso) e gli scavi della romana Fregellae.


STORIA DEL COMPLESSO

Nel 529 il monaco (SAN) BENEDETTO DA NORCIA, provenendo da SUBIACO - dove aveva fondato diverse comunità monastiche - venne a stabilirsi sull’antica acropoli sul monte di Casinum. Man mano demolì i preesistenti luoghi di culto pagano o li riutilizzò per la sua nuova comunità. In realtà quasi tutti gli antichi insediamenti cristiani privilegiavano luoghi occupati da templi pagani, come se la loro esistenza li accreditasse come luoghi ‘deputati’ al culto o, più probabilmente, per cancellarne il ricordo e riutilizzarne opportunamente le strutture (o, peggio, le pietre risultanti dalla loro demolizione).
In occasione degli scavi per la ricostruzionedell’Abbazia dopo la distruzione del 1944, emersero MOLTE TESTIMONIANZE DELLE PREESISTENTI STRUTTURE ROMANE (epoca di Casinum) O ADDIRITTURA PRECEDENTI (volsche e sannite) esistenti sull’Acropoli e sulle immediate pendici del monte.
San Benedetto stabilì l’ORATORIO DI SAN MARTINO sul luogo del tempio di Apollo e, più in alto, sulla cima del Monte (sull’ara sacrificale del dio pagano) realizzò l’ORATORIO DEL BATTISTA (CHE DIVENNE L'EPICENTRO DEL NUOVO MONASTERO e luogo della sepoltura sua e della sorella Scolastica). Fu qui che Benedetto trascorse il resto della vita (vi morì nel 547) e qui compose - per i monaci suoi seguaci - la REGOLA nella quale accanto ai voti della castità, povertà e obbedienza, aggiunse l’obbligo del lavoro in tutte le sue forme (‘ORA ET LABORA’).
Nel 581 il Duca longobardo di Spoleto costrinse i religiosi a rifugiarsi a Roma, devastando il Cenobio che fu ristabilito solo nel 717 da Petronace da Brescia, inviatovi dal Papa Gregorio II (intanto, però, l’esilio romano aveva favorito la conoscenza della Regola nel mondo di allora). Vari personaggi importanti vi accorsero (tra cui Willibaldo fondatore dell’Abbazia di Fulda e PAOLO DIACONO, storico longobardo) e l’Abate Gisulfo - ai primi dell’800 – riuscì a costruire, sull’Oratorio di San Giovanni, UNA PRIMA GRANDE BASILICA A TRE NAVATE.
L’Abate Bertario alcuni decenni più tardi costruì sulle pendici del monte - a difesa dal permanente pericolo saraceno – un abitato fortificato (San Germano) ma il 4 settembre 883 il Monastero fu ugualmente distrutto (dai Saraceni di stanza presso il Garigliano, che assassinarono l’Abate stesso e molti monaci). I monaci superstiti riuscirono a trasportare la REGOLA AUTOGRAFA nel Monastero di San Benedetto a Teano, ma un incendio bruciò questo monastero (lo stesso originale della Regola andò distrutto); da Teano quindi la comunità si trasferì a Capua, da dove, più tardi - con l’ABATE ALIGERNO (948-985) - tornò a Montecassino.
Aligerno rafforzò il Monastero e l’ abitato di San Germano - costruendo anche la ROCCA JANULA - ed esaltò l’autonomia della Comunità verso le Signorie locali (le cui rivalità spesso erano la vera causa delle sue sventure) dando un primo ordinamento al circostante Feudo. Dopo l’anno mille, l’Abbazia - per la sua importanza e posizione - non potè sottrarsi alla SFERA D'INFLUENZA DIRETTA DEL POTERE IMPERIALE.
Nell’XI secolo il Monastero assunse gran parte dell’ASPETTO ATTUALE PER MERITO DELL'ABATE DESIDERIO: nel 1071 furono consacrati in forma solenne la nuova grandiosa Chiesa ed il Monastero. Forse DESIDERIO FU IL PIU' ILLUSTRE DEGLI ABATI CASSINESI (divenne poi Papa Vittore III, regnante per un breve periodo); egli fu grande mediatore tra il Papato ed i nuovi arrivati in Italia – i NORMANNI – tant’è che giunse ad ottenere il giuramento di fedeltà alla Chiesa da parte di ROBERTO IL GUISCARDO. Questa è l’epoca in cui il monastero (con oltre duecento monaci) diviene un LUOGO DI GRANDE CULTURA, ospitando - per un paio di secoli - i più eminenti studiosi che studiarono e tradussero il fiore degli scritti antichi in ogni campo della cultura classica e delle scienze d’allora. A Montecassino fece capo un PATRIMONIO TERITORIALE IMMENSO e notevole fu l’attività organizzativa di bonifica e di riassetto fondiario del territorio in particolare condotta dall'Abate Bernardo I Ayglerio, persona dai grandi meriti anche nel campo culturale.
TOMMASO D'AQUINO - nato da una nobile famiglia di questa zona - fu qui spedito a formarsi quale benedettino, ma fuggì per seguire la vocazione domenicana, nel 1239 (epoca della presa del Monastero da parte di Federico II, molto infuriato per la scomunica da poco ricevuta).
Vennero poi tempi di alterne vicende per l’Abbazia - spesso dovute al trovarsi OGGETTO DI CONTESA TRA IMPERATORI; PAPI E SIGNOROTTI LOCALI, fino ad essere semidistrutta dal terremoto del 1349: fu ricostruita venti anni dopo, specie per il grande interessamento di Papa Urbano V. Intanto, sempre più coinvolta in contese per il dominio del regno di Napoli (angioini, aragonesi) nel 1463 la Chiesa di Roma decise di salvaguardarne il patrimonio assorbendo il Monastero nei suoi possedimenti diretti; viene, quindi, l’epoca degli ABATI COMMENDATARI (esterni alla Comunità) che hanno segnato EPOCHE DI DECADIMENTO e non solo di questo Monastero. Nel 1504 Giulio II la unì alla Congregazione di Santa Giustina di Padova (che da allora assunse il nome di CONGREGAZIONE CASSINESE).
Da questa epoca l’Abbazia ebbe una certa rifioritura; nel '600 e '700 GLI EDIFICI FURONO AMPLIATI ALLE FORME ATTUALI (nuova Chiesa consacrata nel 1727) e furono arricchiti di decorazioni ed opere d’arte; nel 1799 fu depredata dalle truppe francesi.
Il 15 febbraio 1944 l’Abbazia fu COMPLETAMENTE DISTRUTTA dai bombardamenti alleati e quindi, a partire dal 1946 fu faticosamente RICOSTRUITA (ma sarebbe più corretto dire riassiemata, data l’amorevole meticolosità con cui si è recuperato tutto il recuperabile e la fedeltà dei ripristini).
E’ forse superfluo sottolineare la riconosciuta importanza di MONTECASSINO, VERO E PROPRIO FARO DI CIVILTA' NEI SECOLI BUI, per aver studiato e tramandato le opere antiche, per aver fornito i primi esempi di organizzazione agraria (e di dissodamento del latifondo) e per aver dato alla Chiesa innumerevoli vescovi, papi, uomini di cultura e missionari che hanno diffuso il cristianesimo in tutta l’Europa medioevale.


IL COMPLESSO ABBAZIALE

Questa Abbazia è sicuramente LA PIU' MAESTOSA D'ITALIA e forse d’Europa: si pensi che alcune Abbazie nel nostro Continente si vantano d’essere la locale Montecassino (di Austria, di Germania ecc.). Essa è costituita da una ENORME STRUTTURA MONOLITICA a pianta pressochè rettangolare, al cui interno si trovano inglobati tre chiostri, la Chiesa Abbaziale, la Biblioteca monumentale, il Refettorio, gli alloggi dei monaci e le altre strutture al servizio del complesso.
La visita ha inizio dal Chiostro d’Ingresso, dove - all’arrivo di San Benedetto – si trovava il Tempio di Apollo e dove il Santo costruì il primo Oratorio, in cui egli si trovava al momento della morte (nel 547). Da qui si prosegue per il CHIOSTRO DEL BRAMANTE, realizzato dal grande architetto nel 1595; al suo centro sorge una caratteristica fontana ottagonale e, da una bella balconata (sopra la quale è posta la c.d. LOGGIA DEL PARADISO), si può ammirare l’immenso panorama della Valle del Liri. Questa vista ci fa rendere conto del perché i militari Alleati nel ’44 sentivano come un incubo l’esistenza di questo ‘occhio’ sui loro movimenti (perciò i loro Generali pensarono fosse indispensabile sbarazzarsene). Dal Chiostro del Bramante una grande scalinata conduce all’Avanportico del Chiostro dei Benefattori, con statue settecentesche. Il Chiostro dei Benefattori prende il suo nome dalle statue dei personaggi (papi e Sovrani) cui i monaci portarono riconoscenza per aver concesso protezione o aiuti materiali al Monastero. Su questo Chiostro si erge la BASILICA CATTEDRALE cui si accede da tre porte bronzee: la porta centrale è ancora in parte quella originale dell’XI secolo, risalente all’Abate Desiderio, fusa a Costantinopoli nel 1066.
La maestosa Chiesa è stata completamente ricostruita (l’originale era quella del 1727) e si è ripristinata anche la bella decorazione barocca; nell’oratorio di San Giovanni (è l’oratorio del Battista, quello realizzato da S. Benedetto nel 529) si conservano le spoglie dei due Santi. A ben vedere diverse sono le parti riconoscibili della struttura antica, addirittura medioevale del complesso.
Un solo dipinto che si trovava in loco è sopravvissuto ai bombardamenti : è il quadro dell’Assunta, a destra del coro, ma comunque numerose sono le opere d’arte (di fattura moderna, ma anche antiche di diversa provenienza) hanno arricchito la costruzione ripristinata (la cupola è stata affrescata da Annigoni).


cassinese - contro un certo Rodelgrimo d’ Aquino e recita ‘SAO KO KELLE TERRE , PER KELLE FINI QUE KI CONTENE, TRENTA ANNI LE POSSETTE PARTE SANCTI BENEDICTI’.
Dopo di allora altri contributi dell'Abbazia di Motecassino alla lingua italiana sono attestati dagli studiosi, quali il 'Ritmo Cassinese' dell'XI sec., i versi della Passione Cassinese del XII sec. ('te portai nillu meu ventre….'), per citarne alcuni.

2) LA DISTRUZIONE DELL'ABBAZIA E IL SALVATAGGIO DELLE OPERE D'ARTE
Prima del 15 febbraio 1944 l’ABBAZIA ERA GIA' STATA DISTRUTTA ALMENO TRE VOLTE (nel 577-589 dai Longobardi, nell’ 896 dai Saraceni e poi dal terremoto del 1349); al momento del bombardamento del 1944, Biblioteca, Archivio storico ed opere d’arte (non solo di Montecassino, ma dei Musei di Napoli, Ercolano e Pompei e lo stesso Tesoro di san Gennaro) erano in massima parte già ricoverati in Vaticano. E’ da constatare come (anche a fronte di testimonianze di ogni genere) questo salvataggio venga riferito con filtri “ideologici”, attribuendone il merito a chi ha avuto solo una parte secondaria nella vicenda. Anche se ultimamente qualcuno sostiene che l'Abate Mosignor Diamare (Rettore del Monastero) sia stato costretto a scrivere una lettera di elogio all'esercito tedesco è su questa lettera e sulla testimonianza di Padre Iguanez (Responsabile archivista), che a ns. avviso si può procedere alla narrazione dei fatti.
E' fortunatamente accertato che, al momento del massiccio bombardamento - oltre che barbaro anche incauto perché il complesso non era occupato da nessun militare, ma, dopo, l’Abbazia distrutta divenne una vera e propria roccaforte tedesca - la parte essenziale di Biblioteca e dell’Archivio e tutti gli altri preziosi oggetti erano già stati trasportati a Roma. Il trasloco fu attuato, con l’impiego di decine di mezzi - distolti dalle necessità belliche - dagli ufficiali Schlegel e Becker (su interessamento del comandante della Divisione Goering) su richiesta del nostro Ministero dell’Educazione Nazionale e con la benedizione di Pio XII.
Certo i tedeschi, che avevano razziato capolavori per l'intera Europa ci tenevano a dimostrare che non rubavano le cose del Vaticano (ma lì c'erano anche cose dello Stato Italiano e quindi qualche tentazione potrebbe essere venuta…). Infatti una recente inchiesta ( vedi sito digilander.libero.it) avanza l’ipotesi secondo cui (avendo l’autocolonna fatto uno strano giro verso Spoleto - dove, si disse, si sarebbero dovuti consegnare i capolavori dello Stato, prima di puntare su Roma) Goering, avrebbe dirottato a Berlino alcune opere, poi recuperate dal prof. Siviero. Fonti attendibili riferiscono che - nel 1956 - quando morì l’ufficiale Julius Schlegel, l’abate del monastero benedettino di Vienna, pronunciò queste significative parole sulla sua sepoltura: ‘Nel momento in cui affidiamo alla terra i tuoi resti mortali, le campane di tutte le abbazie benedettine del mondo risuonano nel ricordo della tua eroica impresa’. Del Capitano medico Becker che ebbe un ruolo importante e positivo nella vicenda (pare che sia stato lui a controllare che poco o nulla scomparisse) non si seppe più nulla.

3) SAN BENEDETTO, SANTA SCOLASTICA E LE LORO RELIQUIE
Erano fratelli gemelli e quando Benedetto si recò a Montecassino essa volle seguirlo e si stabilì qui vicino, fondando a sette chilometri di distanza il Monastero di Piumarola dove, con le sue seguaci, diede origine al ramo femminile dell’Ordine Benedettino. Del monastero, in cui i due Santi si incontravano frequentemente e dove Santa Scolastica morì nel 547, restano pochi e malridotti tracce nelle campagne di Villa Santa Lucia.
I due Santi furono sepolti a Motecassino nel luogo che si indica quale loro tomba; nel corso dei secoli pare che le loro reliquie (o parte di esse) siano state traslate in altre località. A parte la possibilità che siano state ricoverate (a seguito degli eventi bellici) nella vicina Sant’Apollinare , una tradizione storicamente supportata vorrebbe che esse siano in effetti conservate in Francia (a Fleury quelle di San Benedetto e a Le Mans quelle di Santa Scolastica).

4) L’ORDINE BENEDETTINO
San Benedetto è da considerare il fondatore del Monachesimo occidentale; egli provenendo da Norcia (in Umbria) iniziò il suo proselitismo a Subiaco (località, a Est di Tivoli, sempre nel Lazio) prima di stabilirsi a Montecassino (e assiepare la sua Regola) dove morì il 21 marzo dell’anno 547. Nel corso dei secoli , l’Ordine Benedettino ha dato al mondo 10 milioni di monaci e monache, una trentina di Papi (oltre a 250 Cardinali e migliaia di Vescovi) e più di 360 Santi.
Molti monaci benedettini, partiti da qui o da altri monasteri benedettini italiani e d’oltralpe, diffusero il Cristianesimo in tutta Europa: Agostino (S. Agostino di Canterbury) diffuse la fede in Inghilterra, Wynfrith (S. Bonifacio) in Germania, Willibrord (San Villibrordo) nei Paesi Bassi, Ansgonio (S. Anscario) in Danimarca e Scandinavia.

5) RICORRENZE BENEDETTINE
San Benedetto quale Patrono d’Europa viene ricordato il giorno 11 luglio. Il giorno 21 marzo (morte del Santo) si celebra presso tutte le comunità benedettine del Mondo la grande festa del Transito (che coinvolge, con grandi manifestazioni, la città di Cassino nonché quelle di Norcia e Subiaco). Le liturgie di Montecassino culminano con la Settimana Santa: il Venerdì Santo viene esposta una preziosa reliquia della Croce ( qui portata nell’VIII secolo da Gerusalemme dal Monaco Leone). Molto importante il Corteo Storico "Terra Sancti Benedicti" composto da circa 350 figuranti, inserito nell'ambito delle celebrazioni benedettine, ricostruisce la storia medioevale della Terra di San Benedetto.

6)L'ANTICO PATRIMONIO FEUDALE DELL'ABBAZIA
Redatto in epoca vicina allo scoccare dell’anno 1000, il Placito Cassinese ha anche una grande importanza storica perché attesta l’operosità di queste Abbazie per la costituzione di grandi patrimoni terrieri (siamo all’epoca in cui le Abbazie costituirono veri e propri Feudi e gli Abati erano veri e propri Feudatari, a cominciare (a Cassino) con il potente Abate Aligerno.
In realtà tutto iniziò con la donazione del 744 del Duca di Benevento; successivamente si costituirono tanti piccoli presidi territoriali (“Curtis”) sulle terre più fertili del territorio alla cui coltivazione si dedicarono oltre che i monaci anche contadini (angarari) nonché veri e propri coloni. A questa prima forma di razionale organizzazione agraria si aggiunse, dopo il 967, sia la costruzione di opere di protezione ( i “castra”) sia una nuova forma di contratto agrario (il “livello”), circostanze che attrassero un enorme numero di famiglie dalle terre confinanti.
A fine dell’XI secolo il Monastero Cassinese aveva oltre trenta castelli, un nucleo di milizia abbaziale e sovrintendeva - anche imponendo dazi ed imposte - su un enorme territorio dalla foce del Garigliano al Sannio.Dopo i gravi disastri occorsi durante il dominio svevo, dopo la sconfitta di Manfredi a Benevento, l’ Abate Benedetto Ayglerio (francese) sotto la protezione di Carlo D’Angiò (francese anche lui) stabilizzò e riorganizzò il patrimonio di Montecassino riconoscendo autonomie amministrative ai centri satelliti - con obbligo di canoni di concessione - e l’istituzione delle Universitas Civium (ricordiamo che – intanto – nel Nord Italia erano sorti i Comuni).
Questa forma moderna di assetto impose anche molti obblighi a carico dell’Abbazia che provvide alla costruzione di ospedali ed altre opere di assistenza agli indigenti e fece della Terra di San Benedetto un faro di riferimento di buona amministrazione per la propria epoca, come l’Abbazia lo era stato, nel passato, dal punto di vista più propriamente spirituale-culturale. Interessanti gli appunti sull’argomento, che si trovano sul sito www.cassino 2000.com.

7) PRODOTTI PRESSO L' ABBAZIA
A parte qualche prodotto della tradizione agricola dell’Abbazia (tra cui il miele), sono interessanti le riproduzioni di icone eseguite dai novizi.




Per informazioni:
La strada per l’Abbazia parte da Cassino che si raggiunge, provenendo da Nord e da Sud con la via Casilina o l’Autostrada Roma-Napoli (uscita Cassino) ovvero anche (provenendo da Nord o da Sud) con la strada costiera tirrenica, tramite la Superstrada Formia-Cassino.
L’Abbazia è tenuta dai Monaci Benedettini Cassinesi; è prevista la concessione di ospitalità in genere a Gruppi; tel. 0776.311529 sito http://www.montecassino.it Una notazione particolare: un severo controllo viene effettuato sull’abbigliamento (e comportamento ) dei visitatori (evitare vestiti succinti, vale anche per gli uomini)

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