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    CERTOSA DI TRISULTI    


 

Comune: Collepardo
Categoria : abbazie Tipo : abbazie e monasteri

Questa antica Certosa si trova in Ciociaria (Lazio Meridionale), isolata in una zona ricca di boschi, fra i monti Ernici: il centro abitato di Collepardo è a sei chilometri di distanza. Essa si presenta come un armonioso complesso di bianche costruzioni – racchiuso all’interno di un muro continuo – tra cui spicca la Chiesa di San Bartolomeo.


Nella foto: COLLEPARDO - CERTOSA DI TRISULTI: il complesso in un’ antica stampa (propr. Lazioturismo)


AMBIENTE IN CUI SORGE LA CERTOSA DI TRISULTI
Siamo fra i Monti Ernici, nella parte Est del Lazio Meridionale (Ciociaria). La Certosa di Trisulti si trova alla quota di 825 metri s.l.m., alle falde del Monte Rotonaria, presso i boschi della cosiddetta Selva D’Ecio. Secondo gli studiosi il nome di questo luogo deriverebbe dall’appellativo ‘tres saltus’ dato ad un castello dei Colonna (di cui oggi rimane qualche rudere) che presidiava i tre valichi di possibile transito da e per l’Abruzzo, i possedimenti della Chiesa ed il regno di Napoli (che, si ricorda, arrivava fino al Liri).
Questo luogo è ricco di erbe e piante anche medicinali (da ciò il notevole sviluppo del laboratorio erboristico della locale antica farmacia) e tutta la zona di Collepardo presenta caratteristiche mineralogiche particolari (fino a non molti anni fa qui intorno si trovava anche dell’oro).

NELLE VICINANZE DELLA CERTOSA si trovano, a trecento metri, i resti dell’antico Monastero fondato da San Domenico, poco oltre si può visitare la Grotta di preghiera del Santo mentre ad un paio di chilometri si trova il Santuario delle Cese; proseguendo per la provinciale montana, si arriva a Veroli (bella cittadina medioevale) da cui si può scendere all’ ABBAZIA DI CASAMARI. Tornando verso Collepardo (nei cui pressi si trova la Grotta Margherita e l'incredibile c.d. POZZO D'ANTULLO) si posono raggiungere le cittadine di ALATRI e FERENTINO (centri medioevali e grandi Acropoli megalitiche) ovvero anche Fiuggi (acque curative). Queste cittadine si possono raggiungere facilmente anche una volta giunti a Casamari con un percorso diretto pedemontano.


STORIA DEL COMPLESSO

In questo luogo, poco PRIMA DEL MILLE (San) Domenico da Foligno costruì - sembra con l’aiuto dei monaci cassinesi - un PRIMO MONASTERO BENEDETTINO di cui, nelle vicinanze della Certosa, si trovano i suggestivi resti. Non lontano da qui si trova anche la Grotta - Eremo del Santo
L’attuale Certosa però trae origine da un NUOVO MONASTERO COSTRUITO NEL 1204 - che sostituì quello di San Domenico - per volere di Papa Innocenzo III, in connessione con un fatto miracoloso accaduto anni prima (vedi oltre). Esso fu affidato subito (1208) ai CERTOSINI arrivati dal Piemonte. Che conformarono la nuova costruzione ai canoni dettati dalla loro Regola. La chiesa di San Bartolomeo della nuova Certosa fu consacrata nel 1211.
Nel corso dei secoli non si ebbero grandi sconvolgimenti nella vita di questo monastero che, pur trovandosi in un luogo considerato strategico, ma dotato di buone difese e MOLTO LONTANO DALL'AREA SOGGETTA ALLE INCURSIONI SARACENE, si salvò dalle distruzioni che hanno colpito tutte le comunità monastiche del Lazio nei secoli di mezzo. Nella seconda metà dell’ottocento fu testimone di alcune vicende legate al BRIGANTI - PARTIGIANI A SOSTEGNO DEI BORBONI che avevano appena perso il loro Regno.
Dal 1873 è dichiarata MONUMENTO NAZIONALE.Nel 1947 i certosini furono sostituiti dai Cistercensi della Congregazione di Casamari.


IL COMPLESSO MONASTICO

Dopo la sua realizzazione, il complesso, nel corso dei secoli, FU RIPETUTAMENTE AMPLIATO ed ‘aggiornato’ (specie nel ‘700) tant’è che oggi le sue forme sono essenzialmente barocche. Nonostante tutto esso costituisce UNA DELLE OPERE PIU' RAPPRESENTATIVE DEL GENERE "CERTOSA" con la tipica organizzazione degli ambienti, compresi gli alloggi dei frati.
Varcato il portone d'ingresso (un simpatico frate, con accento e battute cociare, vi farà da guida) si scende lungo la rampa di accesso (che fiancheggia un giardino da cui si accede alla FARMACIA e qui si inizia a vedere l' intera struttura del complesso che si raccoglie intorno al CORTILE e cioè la CHIESA, la SALA CAPITOLARE, il REFETTORIO e le DIMORE DEI MONACI. Sul piazzale principale si trova il c.d. Palazzo d’Innocenzo III, in stile romanico-gotico. Di grande interesse sono la Chiesa di San Bartolomeo e la FARMACIA (la quale costituisce un vero e proprio "unicum" del suo genere).
La Chiesa di San Bartolomeo, dopo molti rimaneggiamenti, presenta oggi uno stile settecentesco con facciata neo-classica; l’interno - ad una navata – è divisa in due parti da una ICONOSTASI (una parte riservata ai conversi e l’altra ai padri); belli i due cori di legno (XVI e XVII sec.), le pitture e gli affreschi sulle volte a botte.
Nella FARMACIA, MIRABILMENTE PRESERVATA nelle forme e arredi originali, I MONACI-ALCHIMISTI lavoravano le erbe del luogo (molti curiosi attrezzi sono visibili) e conservavano (in stupendi contenitori di vario tipo ) i prodotti ottenuti.
La Certosa di Trisulti conserva una Biblioteca Statale di ca. 25.000 volumi, ospitata nel c.d. Palazzo di Innocenzo III.


PER I PIU’ INTERESSATI O CURIOSI

1) UN VERO GIOIELLO: LA FARMACIA
La Farmacia, come la vediamo oggi, fu realizzata nel XVIII secolo e conserva ancora gli arredi di allora. Pareti e volta della sala principale sono affrescati ( TROMP L'OEIL DI STILE POMPEIANO). Da un muro si affaccia suggestivamente il frate Benedetto Ricciardi che era - all’epoca in cui fu eseguito l’affresco - Direttore della Farmacia. Stupisce la grande quantità di SPLENDIDI CONTENITORI DECORATI, e vasi di vetro per medicamenti erbacei (medicine ricavate dalle erbe) o per veleni (in genere ESTRATTI DAI SERPENTI). Molto caratteristico è il Giardino antistante la Farmacia - che una volta era il suo orto botanico - con le belle siepi di bosso tagliate a comporre labirintiche forme.

2) PERCHE' INNOCENZO III VOLLE QUESTA CERTOSA?
Non molti sanno che Papa Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni) ERA NATO DA QUESTE PARTI: secondo alcuni ad Anagni, secondo altri a Gavignano. Questo famoso Papa fu il promotore della costruzione della nuova Certosa. Fu lui a concedere a S. Francesco l’approvazione della regola di vita dei Minori e ad indire due disastrose crociate: nel 1198, la IV LA CROCIATA (che si risolse nella distruzione di Costantinopoli) e, nel1208, la tanto discussa CROCIATA CONTRO GLI ALBIGESI
Egli - quando era ancora Cardinale - si recava spesso a visitare un eremita alla GROTTA DELLE CESE (a un paio di chilometri da qui) ed un giorno lo trovò in estasi in preda ad una visione. Quando quello si riebbe, gli confidò di aver visto ascendere al cielo un vescovo, un priore certosino ed una vedova, cosa che risultò poi vera perché queste tre persone (mentre la visione aveva luogo) erano effettivamente morte e in odore di santità. Fu allora che il cardinal Lotario Conti si ripromise di fondare una Certosa in questo luogo, intento che mantenne qualche anno dopo, quando divenne Papa (Innocenzo III, per l’appunto), dando luogo all’inizio dei lavori nel 1204.

3) SAN DOMENICO, LE MONTAGNE E LE SERPI
Proseguendo per quattrocento metri sulla strada oltre la Certosa si sfiorano i resti del convento fondato da San Domenico da Foligno nell’anno 987 (secondo altre fonti nel 996) e dedicato a San Bartolomeo. E’ molto probabile che Domenico (che aveva fondato altre comunità benedettine specie in Sabina e in Abruzzo) fosse riuscito a costruire quel cenobio, di evidente imponenza, grazie all’AIUTO RICEVUTO DAI BENEDETTINI CASSINESI. Questi restarono qui fino al 1204 quando Innocenzo III LI ESTROMISE PER LA LORO SCARSA OSSERVANZA DELLA REGOLA E LI SOSTITUI' CON I CERTOSINI ai quali affidò la costruzione della nuova Certosa. Per essa fu mantenuta la dedica del vecchio Monastero (a San Bartolomeo).Già da tempo, San Domenico dal cenobio di Trisulti si era trasferìto, per fondare un altro Monastero benedettino a Sora (S. Domenico di Sora, dove il Santo morì e fu sepolto nel 1031).
Non lontano da qui si conserva l’eremo-grotta di San Domenico mentre sul costone opposto della montagna sorge il piccolo Monastero di San Nicola, fondato per ospitare monache benedettine.
San Domenico è il Santo che viene portato in processione a Cocullo perché protegge dai morsi dei serpenti: forse (ma speriamo di no) fece pratica qui. In effetti a San Domenico sono attribuite diverse facoltà protettive nelle due aree principali dove è vivo il suo culto (in probabile relazione con i loro più frequenti problemi): infatti nelle zone di montagna (Abruzzo), oltre che dai morsi dei serpenti il Santo protegge (uomini e animali domestici) da MORSICATURE di lupi e cani arrabbiati, mentre, nelle regioni basse del Lazio, la sua protezione si estende a febbri e tempeste.

4) Il BRIGANTE CHIAVONE
Trisulti fu, nel 1861-62, un luogo di appoggio logistico per le bande della GUERRIGLIA ANTI-UNITARIA ed in particolare per il noto Luigi Alonzi detto Chiavone - nato nella vicina Sora - considerato il capobanda più importante nelle aree ex borboniche ai confini dello Stato Pontificio, dopo la caduta di Gaeta (febbraio 1861). Questi briganti operavano da Fondi alla Marsica e svolsero un ruolo di rilievo a sostegno della RIVALSA DEI BORBONI, in un’area strategica facilmente collegata ai cospiratori rifugiatisi a Roma e nel Frusinate e con la possibilità - a loro volta - di trovare agevole scampo agli attacchi italiani, rifugiandosi nello Stato Pontificio.
Chiavone fu un PERSONAGGIO A SUO MODO LEGGENDARIO, ma commise angherie di tutti i generi, anche se molti lo vogliono far passare come un Che Guevara dell’epoca. A metà del ‘61 cominciò ad avere molti successi, tant’è che potè scrivere bellicosi proclami del tipo ‘sventola il vessillo della libertà e della indipendenza del Regno al grido di viva Francesco II. La bandiera del sovrano è già inalberata in Sora. Popoli degli Abruzzi, delle Puglie, delle Calabrie, dei Principati, all'armi! Sopra i gioghi degli Appennini, ciascun macigno è fortezza’.
Dopo alterne vicende, Chiavone restò coinvolto in un gioco politico-diplomatico che lo portò dapprima al ruolo di protagonista e successivamente a quello di capro espiatorio di tutti gli errori del movimento pro-borbonico. Infatti, lui (ex guardaboschi, nominato da Francesco II ‘COMANDANTE IN CAPO DI TUTTE LE TRUPPE DEL RE DELLE DUE SICILIE’) trovò la morte per mano degli stessi sostenitori del re. Dapprima l’ufficiale spagnolo Rafael Tristany e poi l’attivissimo rivoluzionario (professionista) tedesco Ludwig Zimmermann, tentarono di riorganizzare le bande in vero e proprio esercito, ma finirono col provocare altre inefficienze che addossarono a Chiavone. Furono proprio quei due, che costituendosi a ‘corte marziale’, FUCILARONO LUIGI ALONZI (aveva da qualche giorno compiuto i 37 anni) IN UN BOSCO VICINO ALLA CERTOSA il 28 giugno 1862.




Per informazioni:
Per raggiungere Trisulti si può utilizzare l’Autostrada del Sole, uscita Frosinone o Ferentino. Da uno di questi Caselli si raggiunge la vicina Alatri, dopo circa 7 km. si imbocca la direzione Collepardo, da cui dopo 6 km. della Provinciale montana Collepardo-Veroli, si raggiunge la Certosa. Con Bus Cotral è facilmente, raggiungibile (anche da Roma) Collepardo, ma da qui esistono collegamenti pubblici solo occasionali.
Per godersi questo luogo splendidamente isolato, si consiglia di evitare week-end e festività (per non trovarsi circondati da famigliole in gita). La Certosa è affidata ai monaci Cistercensi di Casamari ed ha una piccola foresteria: tel. 0775.47024.

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