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MONASTERO di SAN BENEDETTO (Monasteri Sublacensi)
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Comune: Subiaco Categoria : abbazie Tipo : abbazie e monasteriQui è nato il monachesimo occidentale. Il Monastero di San Benedetto (o del Sacro Speco) costituisce, con quello di Santa Scolastica, la Comunità Benedettina Sublacense. Questo Monastero suggestivamente ‘appollaiato’ sulla fiancata del Monte Taleo, fu costruito sulle grotte dove San Benedetto si ritirò in eremitaggio, fondando quindi una comunità che ebbe una regola (Ora et Labora), costituendo quindi l’ Ordine dei Benedettini che si diramò in tutto il mondo occidentale.
Nella foto: SUBIACO - il MONASTERO DI SAN BENEDETTO abbarbicato sulla roccia del Sacro Speco
AMBIENTE IN CUI SI TROVA IL MONASTERO (Sacro Speco)
Questo, sul Monte Taleo, E' IL LUOGO DOVE E' NATO IL MONACHESIMO OCCIDENTALE: qui erano le grotte dove San Benedetto soggiornò per tre anni. Il Monastero costruito successivamente su di esse (perciò è detto anche ‘del Sacro Speco’) si erge, suggestivo, a 640 metri di quota, sulla fiancata destra della verdissima valle dell’Aniene, abbarbicato alla mezza costa di una scoscesa montagna.
Come il vicino Monastero di Santa Scolastica questo di San Benedetto sorge a monte di Subiaco, nel PARCO DEI MONTI SIMBRUINI. Ambedue i Monasteri sono sulla via per Jenne, quello di Santa Scolastica più in basso con ingresso sulla strada provinciale mentre questo è più avanti, IN ALTO, SULLA FIANCATA DEL MONTE. Il Santo proveniva, secondo alcune fonti, dal Monte Guadagnolo (attuale Santuario della Mentorella); questa zona era un luogo già eletto da altri eremiti (tra cui San Romano che gli diede una prima ospitalità) e abitato da prime Comunità Cristiane. Inoltre esso, non lontano da Roma, richiamava VALORI SIMBOLICI tra cui una testimonianza di decaduta potenza terrena - le rovine della Villa di Nerone - lungo un fiume che scendeva all’Urbe).
STORIA DEL MONASTERO
Esistono concrete testimonianze sul fatto che già prima dell’arrivo di San Benedetto, NELLA ZONA NON LONTANA DALLA DIRUTA VILLA DI NERONE ESISTEVA UNA COMUNITA' CRISTIANA. Dopo aver sostato nella zona della Mentorella (ved. su lazioturismo, Santuario della Mentorella), questo è il luogo dove San Benedetto trascorse i primi anni della sua vita monastica, abitando le spoglie grotte del Taleo anche esse non molto lontano dai resti della villa imperiale. BENEDETTO NON COSTRUI' QUI' ALCUN CENOBIO; infatti questo, detto del SACRO SPECO rimase solo una grotta e NON E' UNO DEI TREDICI MONASTERI DA LUI FONDATI (mentre quello di Santa Scolastica lo è). Dopo tre anni di solitudine in queste grotte, Benedetto si trasferì fra i resti di un ninfeo della Villa Neroniana dove (con Placido, Mauro ed altri primi confratelli) REALIZZO' IL PRIMO CENOBIO IN MURATURA (scomparso nel 1280 a seguito di un terremoto). Secondo la narrazione di Gregorio Magno, fu per l’invidia del clero della zona (ed in particolare di un certo Florencius (che gli rovinò l’esistenza, provando ad avvelenarlo e procurandogli tentazioni carnali) che Benedetto lasciò questo luogo - tra il 535 e il 540 - per TRASFERIRSI A MONTECASSINO. Fu proprio in quel protocenobio sublacense - di cui oggi restano solo alcune tracce fra i ruderi della Villa Neroniana - che IL SANTO MATURO' LA REGOLA DELL' "ORA ET LABORA", fondamento del monachesimo occidentale. Da questo primo ritiro prese le mosse la fondazione di almeno altri dodici Cenobi sparsi in tutto il territorio sublacense (di essi oggi rimane solo Santa Scolastica). Per secoli dopo il passaggio del Santo il luogo di culto principale eletto dai fedeli restò però quello delle due grotte del Taleo, situate più a monte. Fu SOLO DOPO L'ANNO MILLE SOPRA LE GROTTE DEL TALEO VENNE EDIFICATA UNA CHIESA che divenne - un secolo dopo - luogo di aggregazione di una Comunità Monastica. Dopo questo primo risveglio di interesse per il luogo, fu Innocenzo III (originario di Anagni, a quaranta chilometri da qui) che - ai primi del duecento - volle dare impulso allo sviluppo di un VERO E PROPRIO MONASTERO, anche in concomitanza con la sua volontà di consolidare le comunità monastiche in contrapposizione al dilagante potere imperiale (siamo al tempo di Federico II). Nel 1224, ALLA PRESENZA DI SAN FRANCESCO, fu inaugurata la cappella di San Gregorio ed il Monastero iniziò ad assumere l’aspetto attuale. La storia del complesso segue la storia del vicino Monastero di Santa Scolastica che in effetti, nei secoli aveva assunto una ben maggiore importanza politico-economica e culturale. Un particolare ordinamento riguarda i Benedettini Sublacensi tant’è che i due Monasteri - insieme - costituiscono l’Abbazia Territoriale di Subiaco
IL MONASTERO OGGI
Nei secoli successivi alla fondazione, l’afflusso di pellegrini e la protezione di Papi, di nobili famiglie e di potenti Abati indusse il successivo ingrandimento delle strutture che si andarono a sovrapporre alle primitive chiese costituendo UN GRANDE COMPLESSO ARTICOLATO SU PIU' LIVELLI che fu anche molto arricchito nelle decorazioni.
Papa Pio II definì questo Monastero ‘UN NIDO DI RONDINI’. Appoggiato alla parete del monte, di un colore uniforme e simile alla roccia che lo ospita, questo COMPLESSO CONTINUO DI FABBRICATI A STRAPIOMBO SULLA VALLATA SOTTOSTANTE è sorretto da una struttura di sostegno composta da archi sovrapposti. Ad esso si accede da un porticato che scorre sulla fiancata della roccia, dalle cui aperture ad arco si ha una completa vista laterale del complesso. L’interno del Monastero offre spunti di altrettanta GRANDE SUGGESTIONE. Risale al IX secolo il primo segno di attenzione al luogo di soggiorno del Santo; si tratta di un AFFRESCO DI SCUOLA BIZANTINA - rappresentante una Madonna con Bambino e Santi - che adorna la grotta della predicazione. Solo qualche secolo dopo - dal duecento in poi - si hanno altri sostanziali tributi artistici a questo luogo, con successivi interventi attorno alla grotta dove il Santo soggiornò in solitudine per tre anni (Sacro Speco). E' ATTORNO ALLO SPECO CHE SORGE IL NUCLEO PRINCIPALE DEL COMPLESSO, costituito da DUE CHIESE SOVRAPPOSTE (collegate da una scala) e da diverse cappelle su vari livelli. Il tutto è PREGEVOLMENTE DECORATO (con l’intervento delle più grandi scuole dal duecento fino al quattrocento) tanto da dar luogo ad UN AMBIENTE FRA I PIU' SUGESTIVI AL MONDO. Affreschi di notevole pregio adornano tutto il complesso (di grande interesse, nella Cappella di S. Gregorio, è il celebre RITRATTO 'DAL VERO' DI SAN FRANCESCO probabilmente eseguito durante la sua visita del 1224 e quindi rappresentato ancora privo di stimmate e - ovviamente - dell’aureola di santità). All’esterno, presso quello che era il piccolo cimitero dei monaci, si trova il c.d. ROVETO (era il luogo dove San Benedetto si gettò fra i rovi per sfuggire alle tentazioni); in esso sorge un roseto: fu S. Francesco, come illustrato in un affresco, ad innestarvi alcune piante di rosa.
TRA GLI ALTRI LUOGHI DI INTERESSE non lontani dal Monastero di San Benedetto (oltre ai vicini resti della Villa di Nerone), proseguendo la strada provinciale, dopo Vallepietra si può raggiungere il Santuario della Santissima Trinità, molto suggestivo ed importante per la tradizione religiosa dell’intero Lazio. Verso Ovest, oltre a Subiaco (con i vicini campi sciistici di Livata), centro con tracce medioevali ed una Rocca (dove nacque Lucrezia e forse anche Cesare), sulla Via Tiburtina, si trovano Arsoli (Castello Massimo) e Tivoli (archeologia romana e medioevale); dirigendosi verso Est con la Via Sublacense si raggiungono gli ameni Altipiani di Arcinazzo (Villa di Traiano) e Fiuggi (acque curative).
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Per informazioni: Per raggiungere il Monastero di San Benedetto occorre arrivare a Subiaco con la SR Sublacense (che si dirama dalla Via Tiburtina all’altezza di Arsoli) e quindi proseguire - oltre Subiaco - in direzione Arcinazzo - Fiuggi; dopo circa un chilometro si incontra il bivio della SP 45a per Jenne, la quale va percorsa per mezzo chilometro oltre il Monastero di Santa Scolastica; qui, sulla sinistra, una apposita strada a stretti tornanti si diparte dalla provinciale, per raggiungere il Sacro Speco.
Info Monastero: 0774/85039.
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