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    SANTUARIO del DIVINO AMORE : Roma: zona Appia/ Ardeatina    


 

Comune: Roma
Categoria : abbazie Tipo : santuari

Il Santuario della Madonna del Divino Amore è sicuramente il luogo di culto più amato dal popolo della Capitale e non solo; esso si trova In località Castel di Leva, non lontano da Roma (su un’altura a lato della Via Ardeatina).
L’enorme massa di pellegrini che lo frequenta ha determinato la proliferazione di strutture di accoglienza che, in parte, hanno compromesso l’originaria suggestione del luogo, senza però intaccare i motivi di interesse che la sua visita ancora conserva.



Nella foto: ROMA Area Appia Ardeatina - SANTUARIO DEL DIVINO AMORE, la porta medioevale dell’icona del primo miracolo


AMBIENTE IN CUI SI TROVA IL SANTUARIO
Il Santuario della Madonna del Divino Amore si trova nel TERRITORIO COMUNALE DI ROMA, su una piccola e verde collina nell’AMBIENTE TIPICO DELLA CAMPAGNA ROMANA, SULLA VIA ARDEATINA, tredici chilometri a Sud della città. Siamo non lontano dalle tracce delle ultime colate laviche del Vulcano dei Colli Albani (Capo di Bove).
La verdissima campagna circostante e l’ISOLAMENTO (si spera che duri) dalle aree più urbanizzate, fanno di questo un LUOGO SALVAGUARDATO dall’incombente avanzamento della città. Raggiunta la cima della collinetta ci si rende conto di come le continue aggiunte di elementi edilizi tipiche dei luoghi di grande pellegrinaggio abbiano tolto certamente diversi punti a quella che doveva essere l’ATMOSFERA PASTORALE CHE QUESTO LUOGO AVEVA AL TEMPO DEL PRIMO MIRACOLO. All'epoca del GRAND TOUR la via del Castel di Leva (Castel di Leo) era percorsa dai viaggiatori in cerca di vestigia romane e di ‘paysans du lieu’ (pastori, magari da ritrarre raccolti intorno a qualche sacra edicola, difendendosi come potevano dalle zanzare che certamente, a quei tempi, affliggevano il luogo).

STORIA DEL SANTUARIO (E TRADIZIONI)
Questo complesso storicamente risale al Medioevio anche se la prima chiesa vi fu costruita nel 1745. Furono probabilmente i SAVELLI, che - alla fine del duecento - fortificando il grande casale (Castrum Leonis, poi detto Castel de Leo quindi Castel di Leva ) fecero dipingere a fresco SU UNA TORRE-PORTA DEL RECINTO UN'ICONA RAFFIGURANTE LA MADONNA, seduta in trono sorreggente il Bambino e sovrastata dalla Colomba dello Spirito Santo (che la proteggeva, appunto, con il suo DIVINO AMORE). L’immagine era oggetto di grande venerazione da parte della gente della zona, umili pastori che solevano raccogliersi lì a recitare insieme il Rosario.
UN GIORNO DI PRIMAVERA DELL'ANNO 1740 un pellegrino diretto a Roma si smarrisce e sale su una collina dove scorge qualche casale addossato al rudere di una fortificazione e qui spera di trovare informazioni sulla strada migliore da percorrere per andare a Roma; ma lo sventurato viene assalito da UN BRANCO DI CANI ARRABBIATI CHE TENTANO DI SBRANARLO. Terrorizzato, egli scorge sulla torre diroccata l’icona raffigurante la Madonna ed a lei si rivolge invocando aiuto; MIRACOLOSAMENTE, LE BESTIE SI FERMANO E POI FUGGONO VIA.
I pastori della zona, accorsi poco dopo, ascoltarono il racconto dell’ignoto viandante, ne diedero notizia a Roma e ben presto l’immagine cominciò ad attrarre molti pellegrini dalla città. Un cronista dell’epoca scriveva: ‘non si distingueva più il giorno dalla notte e continuamente era un accorrere di pellegrini devoti e numerosi che ricevevano numerose grazie’.
In seguito a ciò, nell’autunno dello stesso anno, L'AFFRESCO FU STACCATO DALLA TORRE e portato nella chiesetta di Santa Maria ad Magos nella vicina tenuta della Falconiana: il trasferimento scatenò però una disputa tra il Consevatorio di Santa Caterina (cui apparteneva il Castel di Leva) e quello di San Giovanni in Laterano (proprietario della Falconiana) per la questione (puramente ‘spirituale’) di chi avesse diritto ad incamerare le offerte. La cosa finì in mano al Tribunale della Sacra Rota il quale decretò che, essendo di proprietà della Vergine, LE OFFERTE DOVESSERO ESSERE ADOPERATE PER COSTRUIRE UNA CHIESA AD ESSA DEDICATA.
Cinque anni più tardi, il 19 aprile 1745, l'immagine fu riportata presso la sua originaria sede, dove intanto quella Chiesa era stata costruita (ESSA FU CONSACRATA NEL 1750 dal CARDINALE REZZONICO ( DIVENUTO PAPA CLEMENTE XIII). Da allora i pellegrinaggi popolari si fecero ancora più numerosi (e tali sono al giorno d’oggi) in una grande frammistione di sacro e profano perché il luogo, nelle occasioni religiose, era anche tradizionale meta di scampagnate ‘mangerecce’; qualche insolente chiamò il luogo ‘AMORE DI VINO’ (è da tener presente che siamo su una delle vie per i Castelli Romani).
Dopo i primi miracoli, molti altri se ne aggiunsero nel tempo; in epoca recente un altro grande evento viene ascritto alla Madonna del Divino Amore. Durante l’ultima Guerra Mondiale, nel gennaio 1944 - all’avvicinarsi del fronte - il Vaticano trasferì, a scopo precauzionale, l’affresco a Roma, a San Lorenzo in Lucina, da cui fu trasferito a Sant’Ignazio. Fu qui che IL POPOLO DI ROMA IMPLORO' LA VERGINE DI SALVARE LA CITTA', impegnandosi, se il miracolo si fosse compiuto, ad erigere un nuovo Santuario.
Dopo il tranquillo passaggio del fronte, Pio XII si recò a Sant’Ignazio e conferì alla Madonna del Divino Amore il titolo di Salvatrice dell’Urbe; il 12 settembre 1944 l’immagine tornò al Santuario di Castel di Leva che riprese ad accogliere pellegrini da tutto il mondo ed ospitare devoti e religiosi di varie Congregazioni (dal 1962 sono i sacerdoti Oblati a custodire il Santuario). Intanto, il 4 luglio del 1999, fu inaugurato il Nuovo Santuario legato al voto del ’44.
Numerosi sono i TRADIZIONALI PELLEGRINAGGI NOTTURNI AL LUME DELLE FIACCOLE che, nella buona stagione, percorrono - per 14 chilometri - la via Ardeatina, partendo da Piazza di Porta Capena (Circo Massimo).
…IL COMPLESSO DEL DIVINO AMORE
Il complesso che ora vediamo, MOLTO VASTO ED ARTICOLATO, poco conserva dell’aspetto e suggestione del primitivo luogo di culto, che si era mantenuto integro fino ad un centinaio di anni fa. Le continue superfetazioni (dovute alle necessità di accoglienza dei sempre più numerosi pellegrini) ne hanno ampliato e cambiato radicalmente la struttura; basta osservare a questo proposito le BELLE FOTO D' EPOCA riportate nel sito www.santuariodivinoamore.it.
Il Santuario conserva la sua PARTE ANTICA SULLA SOMMITA' DEL COLLE; qui sorge la Chiesa realizzata nel 1744 da Filippo Raguzzini (grande architetto del barocco romano). Attorno al cortile della Chiesa, cui si accede da un’antico portale di sottopasso, sorgono una serie di fabbricati conventuali e ricettivi di scarso interesse architettonico.
L’antica Chiesa, oltre all’EFFIGE ORIGINALE DUECENTESCA della Madonna del Divino Amore ed a diverse altre opere d’arte più recenti, custodisce una serie di importanti ex voto, fra cui la cuffia del radiotelegrafista Biagi, della sfortunata Spedizione Nobile del 1928, il quale, riuscì - invocando la Madonna del Divino Amore - a far funzionare la sua radio determinando il SALVATAGGIO DEI SUPERSTITI DELLA TENDA ROSSA.
Lungo il percorso che porta dalla Chiesa alla TORRE DEL PRIMO MIRACOLO, si trova la suggestiva Cripta dell’Addolorata. La Torre, che sovrasta un'antica Porta del Castello, è il luogo dove avvenne, nel 1740, quel primo prodigio: infatti sulla sua parete esterna campeggiava l’effige della Madonna del Divino Amore (ora collocata nell’antica Chiesa del Santuario, mentre qui essa viene ricordata con UNA FEDELE RIPRODUZIONE IN MAIOLICA realizzata nel 1935).
Alla base della collina, in specie sul lato Nord-Est si osservano alcuni tratti dell’ANTICA FORTIFICAZIONE DEL CASTRUM LEONIS.
In basso, fuori dell’antico recinto fortificato, sulla destra guardando il complesso dalla Via Ardeatina, sorge il NUOVO SANTUARIO -consacrato il 4 luglio 1999 - che costituisce lo scioglimento del voto fatto dai romani nel 1944. Esso è un’ enorme struttura - seminterrata - di bianco cemento con grandi vetrate azzurre che le conferiscono un’atmosfera di mistico raccoglimento.
Qui nei pressi, su una collinetta, si trova il c.d. SANTUARIO DEGLI ZINGARI, singolare luogo di culto all’aperto dedicato a Ceferino (Zeffirino) Gimenez, fucilato durante la guerra civile spagnola (1936) e beatificato nel 1997.
Numerose Icone ed annessi ex voto dedicati alla Madonna del Divino Amore tappezzano vari luoghi di Roma, a testimonianza della grande devozione a lei dedicata da gran parte della popolazione romana, anche di oggi.


TRA GLI ALTRI LUOGHI DI INTERESSE non lontani dal Santuario del Divino Amore (ricordando comunque che siamo a pochi chilometri dai tesori artistici e monumentali della Capitale) si trovano i monumenti dell'APPIA ANTICA che corre parallela ad un paio di chilometri; proseguendo verso Sud si raggiungono i Colli Albani (famosi CASTELLI ROMANI), meta preferita per le scampagnate dei romani di ieri e di oggi) con i Laghi di Castelgandolfo e di Nemi, le Ville Tuscolane, i tanti siti archeologici e le molteplici tradizioni enogastronomiche. .




Per informazioni:
Grande Raccordo Anulare (GRA) uscita 24-Via Ardeatina direzione esterna alla città.
Il Santuario si raggiunge da Roma percorrendo la Via Ardeatina in uscita da Piazza dei Navigatori - Fosse Ardeatine ovvero, percorrendo la stessa Via Ardeatina iniziando dall’uscita 24 del GRA che si trova a circa tre chilometri dal complesso del Divino Amore.
Mezzi pubblici: con Metro B fino a Staz. Laurentina quindi Bus Atac 702 o anche 044 oppure con Metro A fino a Staz. San Giovanni quindi Bus Atac 218. Per la dovizia di notizie sul complesso e gli eventi di rilievo si consiglia di visitare il sito www.santuariodivinoamore.it
L’indirizzo ufficiale è Roma- Vicolo del Santuario 10.

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