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PALAZZO CHIGI di ARICCIA
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Comune: Ariccia Categoria : ville e palazzi storici Tipo : palazzi storiciSui Colli Albani, appena a Sud della Capitale, alla fine dell’alto viadotto che corre da Albano ad Ariccia si trova questo grande Palazzo nobiliare. Esso, con la dirimpettaia Chiesa Collegiata di Ariccia, va a delimitare una delle più belle piazze d’Italia. Questa è una delle dimore storiche seicentesche fra le meglio conservate sia nelle strutture che negli arredi ed opere pittoriche; il Parco circostante, di grande interesse naturalistico, fu mèta di colti visitatori, dal Grand Tour in poi.
Nella foto: ARICCIA - il PALAZZO CHIGI
AMBIENTE IN CUI SI TROVA ARICCIA "Posizione singolare del Palazzo Chigi; begli alberi, vista del mare; paesaggio sublime;architettura greco-italica." così scriveva STENDHALL nel suo "Roma-Napoli-Firenze".
Il Palazzo sorge sul LIMITE ALTO DELLA CITTADINA DI ARICCIA, uno dei centri dei Colli Albani (detti anche Castelli romani), zona molto pittoresca, ricca di laghi e boschi e da sempre LUOGO DI SOGGIORNO E META DI SCAMPAGNATE dei romani. Ariccia, in particolare è patria della famosa omonima PORCHETTA alla cui degustazione (e non solo di essa) è dedicato un caratteristico borghetto. Il Palazzo Chigi dà sulla Piazza della Corte; in realtà è il palazzo stesso e la dirimpettaia, coeva, Chiesa dell’Assunta che costituiscono questa piazza, forse una delle più belle d’Italia. Uno storico ALTO E LUNGO VIADOTTO collega la piazza (e quindi Ariccia) ad Albano e la vista che si gode, da qui. Sul versante costiero della pianura laziale, è veramente magnifica.
Sotto il Palazzo si sviluppa un RIGOGLIOSO BOSCO vasto ben 28 ettari, che fa parte del Parco Regionale dei Castelli Romani: esso ha una particolarità: è una delle zone verdi dei Castelli in cui, anziché i castagni, prevalgono specie botaniche più antiche (in gran parte lecci sempreverdi e querce).
STORIA DEL PALAZZO CHIGI
La famiglia Chigi (che possedeva anche il noto palazzo romano ora sede del GOVERNO NAZIONALE) era di origini senesi e nel ‘300 diede alla Chiesa due Beati (Giovanni e Angela), vari cardinali ed un papa. Ma LA GRANDE ASCESA DELLA FAMIGLIA CHIGI SI EBBE NEL QUATTROCENTO quando le attività di banca si svilupparono particolarmente per merito del famoso Agostino Chigi (1465-1520). Questi - detto ‘ il Magnifico’, fu mecenate e grande tesoriere (e probabilmente altrettanto grande creditore) della Corte Pontificia, al tempo di Leone X. La famiglia raggiunse l’apice della sua importanza con l’ELEZIONE A PAPA DI FABIO CHIGI (Alessandro VII, 1655-1667) che aiutò la famiglia a costituirsi un GRANDE PATRIMONIO IMMOBILIARE, comprendente anche il noto palazzo romano. Nel corso dei secoli altri personaggi (famosi Cardinali e noti intellettuali) furono IMPORTANTI ESPONENTI di questa famiglia la quale nel frattempo si era imparentata anche con la grande aristocrazia europea. Oggi il ramo romano della famiglia risiede nel castello-tenuta di Castelfusano (Ostia).
Il primo Palazzo Ducale di Ariccia non fu costruito dai Chigi bensì dai SAVELLI (Signori di Ariccia dal 1423 al 1661); fu il duca Camillo Savelli che lo realizzò verso la fine del 1500. Il 20 luglio 1661 IL FEUDO DI ARICCIA VENNE ACQUISTATO DAI CHIGI: fu un affare fra Cardinali perché il venditore era il Cardinal Paolo Savelli col principe Giulio mentre il compratore era il Cardinale Flavio Chigi con i principi Mario ed Agostino.
I Chigi concepirono subito UNA GRANDE RISTRUTTURAZIONE dell’antico abitato di Ariccia ed incaricarono Gianlorenzo BERNINI (che fu coadiuvato da Carlo Fontana, suo allievo) del progetto che prevedeva un nuovo borgo facente capo ad una grande Piazza. Sulla piazza, attraversata dalla strada per Roma e per Napoli (la Via Appia), si sarebbe affacciata una grande Collegiata e, soprattutto un nuovo Palazzo che sostituisse quello dei Savelli ed ESPRIMESSE IL FASTO DELLA CASATA DEI CHIGI. La parte principale del nuovo Palazzo - con il torrione che era adiacente alla Porta Napoletana - fu costruita tra il 1664 e il 1672 ed il Cardinale Flavio si interessò molto anche alla REALIZZAZIONE DI UN GRANDE PARCO. Solo settanta anni dopo (nel 1740) fu realizzata la rimanente parte del Palazzo, quella adiacente al famoso ‘Ponte dell’Ariccia’. Durante l’ultima guerra tutto fu gravemente DANNEGGIATO DA UN BOMBARDAMENTO ALLEATO ed il suo parco divenne luogo di passaggio di un percorso alternativo della Via Appia per sopperire al crollo del Ponte - Viadotto. Il 29 dicembre 1988 Il Principe Agostino Chigi Albani cedette, a condizioni di favore, il Palazzo al Comune di Ariccia che ne ha fatto un CENTRO CULTURALE E MUSEALE e, soprattutto, lo ha aperto alle visite. Il PALAZZO CHIGI DI ARICCIA OGGI
Questo è uno dei pochi Palazzi nobiliari Italiani ad aver CONSERVATO INTEGRI , NELLE FORME ORIGINALI, STRUTTURE E ARREDI tipici di una dimora barocca del sei-settecento; esso, inoltre, vanta una grande collezione di opere d’arte, in specie dipinti del seicento anche provenienti dal Palazzo Chigi di Roma, venduto allo Stato nel 1918.
Il Palazzo ha una superficie d circa 2000 mq, e le parti visitabili sono:
-il PIANO TERRENO (visitabile solo in alcuni giorni), dove si trovano le c.d. STANZE DEL CARDINALE (sono nove e costituivano l’appartamento privato del Cardinale Flavio Chigi);
-il PIANO NOBILE (il primo piano) visitabile quasi tutti i giorni), dove si trova la parte più interessante del Palazzo, con le sue VENTI SALE che hanno conservato gli arredi originali del ‘600 e racchiudono la parte principale della grande collezione Chigi, comprendente anche opere di pittura e scultura di artisti del livello di G.L. Bernini e J. F. Voet. Molte pareti di questo piano sono rivestite di particolari e rarissimi parati in cuoio, anch’essi del seicento. Queste sale si presentano ognuna con qualche caratterizzazione (Sala delle Belle, Farmacia, Salone Giallorosso,Sala da Pranzo d’Estate).
-il SEONDO PIANO, dove si trovano le Aree Museali che sono costituite da due sezioni: -la prima sezione ospita il c.d. MUSEO DEL BAROCCO ROMANO, una grande collezione permanente che ha avuto come nucleo originario la donazione di opere del seicento romano effettuata nel 2002 dallo storico d’arte Maurizio Fagiolo dell’Arco, arricchita poi dalla donazione di Fabrizio e Fiammetta Lemme (128 dipinti del ‘600 e ‘700 romano) oltre alla raccolta Laschena, la donazione Ferrari ed altre donazioni minori più recentemente pervenute. -la seconda sezione dell’Area Museale ospita mostre temporanee, in genere di buon livello, che vengono organizzate qui ad Ariccia. Il Palazzo è spesso usato quale location di film e fiction; qui furono girate alcune scene del film ‘Il Gattopardo’ (ma non quella del celebre “ballo”, come riportato da molte guide, che invece fu girata al Palazzo Ganci di Palermo).
IL PARCO DEL PALAZZO CHIGI
Il Parco sottostante il Palazzo è vasto 28 ettari ed è oggi di proprietà comunale. Esso è ricco, oltre che di una rigogliosa vegetazione di latifoglie, di reperti archeologici e di manufatti vari tipici dei giardini antichi. Esso è il residuo del “ nemus aricinum”, bosco consacrato a Diana (vedi, su lazioturismo-archeologia, Santuario di Diana Nemorense nella vicina Nemi). Quando, con l’aiuto di Bernini e Fontana, il bosco fu risistemato dai Chigi, anche con fontane ed altri manufatti, in realtà doveva essere un ‘Barco’ cioè area destinata alla caccia. Di questo bosco ci hanno lasciato ricordi vari poeti fra cui D’ANNUNZIO che nelle sue Elegie Romane scrive "Sempre negli occhi, sempre avrò quella vista. Oh pallida ignuda selva, non obliata mai." br> TRA GLI ALTRI LUOGHI DI INTERESSE non lontani da Ariccia si trovano tutte altre graziose cittadine dei Colli Albani (Albano, Frascati, Grottaferrata, Marino, Genzano e Castelgandolfo), con famose vestigia romane e le grandi Ville Tuscolane nonché i pittoreschi laghi di Albano e Nemi (Museo delle Navi). | |
Per informazioni: Il palazzo Chigi si trova sul percorso della Via Appia, provenendo da Roma ( 24 km di percorso) immediatamente alla fine del viadotto tra Albano ed Ariccia. Bus Cotral dalla Stazione Anagnina (Capolinea Metro A). Info tel. +39 06 9330053. L’indirizzo è: Piazza della Corte 14, Ariccia (RM).
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