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    CASTRO - città morta    


 

Comune: Ischia di Castro
Categoria : castelli e antichi borghi Tipo : città fantasma / borghi abbandonati

'QUI FU CASTRO' questo sarebbe scritto su una lapide (ora scomparsa) lasciata quì dall' esercito di Innocenzo X - nel dicembre del 1649 - a ricordo della meticolosa distruzione della splendida Castro. La città di origine medioevale, dal ‘500 era capitale del Ducato dei Farnese, che andava dal Lago di Bolsena alle coste del Tirreno.
Bisogna cercarli, con un po’ di spirito da Indiana Jones, tra i rovi di una ripida e solitaria collina (nel territorio fra i centri medioevali di Farnese ed Ischia di Castro) i resti di strade e palazzi progettati da architetti illustri per una Città ricordata con ammirazione da grandi letterati e viaggiatori dell’epoca.



Nella foto: ISCHIA DI CASTRO - CITTA'MORTA DI CASTRO: volontari del Gar al lavoro


AMBIENTE E STORIA
Siamo nel’Alto Lazio, nella Tuscia Viterbese, fra il Lago di Bolsena e la Costa tirrenica.
CASTRO SORGEVA SU UN COSTONE TUFACEO dalle pareti scoscese tra il fiume Olpeta ed il torrente Filonica. Questa è una COLLOCAZIONE TIPICA DEGLI INSEDIAMENTI ETRUSCHI ed infatti qui forse sorgeva l’antica Statonia, ma di essa non si sono conservate tracce, salvo la presenza, nelle campagne vicine, di alcune Necropoli. Tra queste NECROPOLI è famosa quella cui appartiene la TOMBA DELLA BIGA, che trae il nome dal ritrovamento - operato da una missione belga, nel 1967 - di una biga pressocchè intatta, ora al Museo Archeologico di Viterbo.
Nel primo Medioevo, qui sorse un Castello detto CASTRUM FELICITATIS (dal nome della padrona: Madonna Felicita). Attorno al castro si sviluppò un villaggio che man mano divenne una città con una certa autonomia comunale, pur sottoposta al papato che la difendeva dalle minacce dei feudatari confinanti.
Nel 1527 a Castro – ormai si chiamava così - avviene una serie di tumulti per cui il Papa Clemente VII (è l’anno del Sacco di Roma e lui è esiliato ad Orvieto) INTERVENNE CON MANO FORTE ordinando una esemplare punizione con inevitabile SACCHEGGIO E DISTRUZIONE della città. Il 31 ottobre 1537 PAPA PAOLO III (FARNESE) ISTITUISCE PER IL FIGLIO PIER LUIGI (PERSONAGGIO STORICO MOLTO DISCUSSO) Il DUCATO DI CASTRO E RONCIGLIONE che si estendeva dal lago di Bolsena al Tirreno; Castro era quindi la capitale del Ducato ed i Farnese incaricano ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE di restituire dignità alla città ancora malconcia per le distruzioni di dieci anni prima.
CASTRO DIVENNE SPLENDIDA per palazzi pubblici e case sontuose, giacchè MOLTI NOBILI VI SI TRASFERIRONO per stare nelle grazie dei Farnese. LO SPLENDORE DI CASTRO DURO’ SOLO UN CENTINAIO DI ANNI: il suo declino iniziò per colpa dei DEBITI ACCUMULATI DAI FARNESE che ricorsero ai prestiti della famiglia del nuovo Papa, Urbano VIII (Barberini). Mal gliene incolse perché Urbano VIII, interessato ad impossessarsi di Castro, creò problemi ai Farnese (per forzarne il falimento e la cessione delle proprietà) ma questi reagirono attaccando gli avamposti militari pontifici. Il Papa a sua volta tentò la marcia su Castro ma IN SOCCORSO DEI FARNESE INTERVENNERO VENEZIA, FIRENZE E MODENA spingendo il Pontefice ad accettare un compromesso (Trattato di Roma del 31 marzo 1644).
Ma dopo cinque anni, a seguito del misterioso ASSASSINO DEL VESCOVO DICASTRO (pare, su mandato del Duca) i nemici dei Farnese si mobilitarono. Essi, capeggiati dai Barberini sobillati da Olimpia Maidalchini, LA SINISTRA PIMPACCIA (viterbese, cognata e - secondo voci maligne - amante del Papa) INDUSSERO INNOCENZO X AD ATTACCARE CASTRO CHE, A DICEMBRE DEL 1649, CAPITOLO'. Essa venne, su ordine dello stesso Papa, meticolosamente RASA AL SUOLO, PIETRA DOPO PIETRA. I suoi tesori artistici vennero venduti o trasferiti in altre proprietà della Chiesa (un esempio per tutti: le campane della Cattedrale sono ora alla Chiesa di Sant’Agnese a Roma, come c'era da aspettarsi, visto che quella era la chiesa del palazzo di famiglia di Innocenzo X).

CASTRO OGGI
Si narra che sul luogo della distrutta città sia stata deposta la famosa lapide con la scritta 'QUI FU CASTRO' (ma, per la verità, oggi nessuno sa dove essa si trovi).
Ai giorni nostri il ricordo del Ducato è conservato nei NOMI DI MOLTI PAESI DEI DINTORNI (Ischia di C., Grotte di C., Montalto di C. ecc.) o nei GIGLI FARNESIANI DEI LORO STEMMI CITTADINI.
Sul colle dove sorgeva questa bella città si intravedono (fra i rovi e gli alberi che rendono comunque pittoresco il luogo) resti di strade, pavimentazioni (mattonate) di piazze e tratti di mura di nobili costruzioni; il tutto dà solo una pallida idea della città che Annibal Caro descrisse in tutto il suo splendore. Il centro della città era nella PIAZZA MAGGIORE, con la ZECCA ed il PALAZZO OSTELLO DEL DUCA che qui accoglieva gli ospiti illustri; qui si sarebbe dovuto trovare anche il vero e proprio PALAZZO DUCALE il cui progetto (del Sangallo) è conservato a Firenze.
Alla base del colle della diruta città si trova una NECROPOLI ETRUSCA e l’ottocentesco piccolo SANTUARIO DEL CROCIFISSO a cui sono molto devote le popolazioni dell'ex Ducato. Il Santuario ospita una raffigurazione di Cristo (che era in una cappella della città distrutta e questo è un concreto ricordo di Castro) al quale si attribuisce un miracolo che attesterebbe la volontà divina di impedirne l’allontanamento dalla sua città.
Il piccolo Museo archeologico di Ischia di Castro, che ospita reperti della città distrutta e delle necropoli etrusche, completa l’interesse di questa area

ATTIVITA' DEL GAR
Il GAR (Gruppo Archeologico Romano) conduce una meritevole opera di recupero e valorizzazione del sito della Città di Castro (e di altre emergenze medioevali ed etrusche della zona) organizzando Campi Archeologici residenziali stagionali aperti alla partecipazione di tutti i volontari interessati.


TRA GLI ALTRI LUOGHI DI INTERESSE, non lontani da Ischia di Castro si trovano tutti i centri costieri del Lago di Bolsena, con Bolsena (centro medioevale, scavi di Volsinii Novi e la Rocca dei Monaldeschi), Montefiascone (centro medioevale) e l'Isola Martana (prigionia e morte di Amalasunta, Regina dei Goti); inoltre, in direzione opposta, si trovano Canino (Castello e Necropoli di Vulci) e Tuscania (centro medioevale e Necropoli Etrusche); non lontano da qui è la grande Selva del Lamone.




Per informazioni:
Il sito di Castro è raggiungibile percorrendo da Farnese la SP 47 verso la Selva del Lamone; giunti al bivio con la SP 116, si percorre questa fino ad una strada che a sinistra conduce alla base del sito delle rovine di Castro.
Info Comune di Ischia di Castro tel 0761 425455 sito www.comune.ischiadicastro.vt.it (il Museo organizza visite guidate) Per info su campi di recupero del sito tel Gar 06 6385256 www.gruppoarcheologico.it

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