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    CASTEL PATERNO: LA FINE DEL SOGNO DI OTTONE III    


 

Comune: Faleria
Tipo : FATTI, MISFATTI, LUOGHI E PERSONAGGI

I pochi ruderi di Castel Paterno, situati in una macchia nelle campagne di Faleria, ci ricordano che qui - poco più che ventenne - morì (per una misteriosa malattia) l’imperatore Ottone III di Sassonia, una delle più importanti e controverse figure del medioevo germanico, che aveva rincorso il sogno di riunificare gli Imperi d’Occidente e d’Oriente, sotto l’egida di Roma.
Era considerato tanto importante che il suo corpo venne trasportato da qui ad Aquisgrana, dove fu sepolto al fianco di Carlo Magno.



Attorno al mille nell’attuale territorio comunale di Faleria, sulla sommità di una solitaria altura in vista del Monte Soratte, SORGEVA CASTEL PATERNO: DI ESSO OGGI RESTANO SOLO ROVINE DI TUFO ROSSEGGIANTE fra precipizi e macchie di rovi.
Ottone III di Sassonia nacque a Kessel (Germania) nell’anno 980 e MORÌ - IN QUESTO LUOGO – NEL 1002, A SOLI 22 ANNI. Da questo Castello il suo corpo fece un lungo viaggio fino ad Aquisgrana (Aachen, in Germania) sede della corte Imperiale dal tempo di Carlo Magno e l’importanza di questo giovane personaggio, per il popolo germanico, era tale che FU SEPOLTO AL FIANCO DELLO STESSO CARLO MAGNO.
Egli, rimasto orfano a tre anni del padre Ottone II, fu allevato dalla madre Teofano (una principessa bizantina); morta questa prematuramente, se ne prese cura la nonna ADELAIDE DI BORGOGNA (ricordata anche come Regina d’Italia), donna di grande cultura. I personaggi più eminenti nelle lettere, nella filosofia e nelle arti si occuparono dell’educazione del fanciullo il quale crebbe nel culto dei fasti dell’antica Roma e NELL’IDEA DI UN IMPERO CARICATO DI UNA MISSIONE UNIVERSALE.
A 15 anni assunse i pieni poteri imperiali e da allora (volle assumere il titolo di ‘servus Iesu Christi’) perseguì il sogno di RIUNIFICARE GLI IMPERI D’OCCIDENTE E D’ORIENTE, CON ROMA NUOVAMENTE UNICA CAPITALE (“renovatio imperii romanorum”).
Ma proprio A ROMA TROVÒ INCREDIBILI OSTACOLI AL SUO PROGETTO; per la verità non aveva fatto molto per presentarsi in amicizia al popolo dell’Urbe. Appena arrivato nella città colse l’occasione di nominare Papa suo cugino Brunone di Carinzia (Gregorio V); poi fu la volta del grande GERBERTO DI AURILLAC (già suo tutore) cui fece assumere il nome di Silvestro II, in ossequio al ricordo di Silvestro I, Papa dell’imperatore Costantino (a cui, palesemente, Ottone si ispirava).
Il suo previsto matrimonio con Zoe Porphyrogenita, giovane figlia dell’Imperatore di Bisanzio, avrebbe enormemente facilitato il compimento dell’ambizioso progetto di riunificazione dei due Imperi.
Tra mille vicissitudini, rivolte e ostacoli frapposti soprattutto DALL’OPPOSIZIONE DI UNA POPULISTA QUANTO INVIDIOSA NOBILTÀ ROMANA (dopo l’ennesimo tentativo di tenere la città in accordo con l’autorità ecclesiastica) si rifugiò in questo Castello di Paterno - proprietà di suoi parenti - ad attendere rinforzi dalla Germania. Ma quì, invece - il 23 gennaio del 1002 - lo raggiunse una immatura morte per malaria o, come corse voce per tutto il Medioevo, PER IL VELENO PROPINATOGLI DALLA VEDOVA DI UN NOBILE ROMANO (della famiglia dei Crescenzi) che egli aveva fatto giustiziare sugli spalti di Castel Sant’Angelo e che era riuscita a diventare sua amante.
Proprio nei giorni in cui Ottone moriva, arrivava a Bari la principessa Zoe (futura erede dell’Impero Bizantino) che veniva a sposare Ottone III. Quando seppe della morte del giovane promesso sposo ella si reimbarcò per Costantinopoli e visse vent’anni in ritiro nel suo Palazzo Imperiale finchè, alla morte del padre, non divenne Imperatrice.

Nella Foto - Sinistra: ruderi del Castello di Paterno
Destra : Ottone III (dall'Evangelario di Bamberg, ca.mille)

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