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    LA POLLEDRARA DI CECANIBBIO    


 

Comune: Roma
Tipo : COSE E LUOGHI STRANI

Il nome di Polledrara, non solo nel Lazio, è comunemente usato per individuare luoghi di allevamento di puledri e quindi in genere si tratta di spazi deputati a dare vita e rigoglio agli animali. Ma oggi sulla collina della Polledrara di Cecanibbio troviamo un enorme e ben protetto deposito di antichissimi resti fossili di animali vissuti in questa zona oltre 300.000 anni fa.


Siamo nelle campagne di Castel di Guido (Agro Romano zona Aurelia-Boccea) area rigogliosa e adatta all’allevamento dei cavalli e ci doveva essere pure stato un Nibbio che si aggirava da queste parti ma si sa che sui toponimi ci si può perdere la testa e dire fesserie.
. Quello che a noi interessa è che, in epoca pleistocenica, tanti animali di diversa specie si davano qui convegno, dando a noi oggi occasione, loro malgrado, di ritrovarli (seppure fossilizzati).
Un antico fiume, precursore dell’attuale Arrone, presumibilmente scorreva qui e provocava impaludamenti, ma forniva una buona riserva dove venivano ad abbeverarsi animali anche di specie ormai scomparse da migliaia di anni. Gli scavi agricoli riportavano spesso alla luce strani resti ossei. Già nel Comune di Roma da qualche anno rinvenimenti di resti fossili avevano destato l’interesse degli studiosi e delle autorità (si ricorda il ritrovamento del 1981 che ha dato origine alla bella struttura del Museo di Casal dei Pazzi – zona Tiburtina - dove è allestita una mostra permanente di resti fossili e rappresentazioni virtuali a fini didattici).
Qui, a Cecanibbio, fu nel 1984 che si decise di dar luogo a ricerche sistematiche che portarono a scoprire sotto vari strati di terreno una incredibile quantità di frammenti (spesso neanche tanto piccoli) di ossa di animali preistorici. Queste ossa erano di animali morti sul posto ma anche trasportati qui dalle piene di un corso d’acqua che doveva essere piuttosto turbolento. Ci sono ossa di elefante antico, bue primigenio, lupo, cervo elafo. Questo è uno dei più importanti giacimenti paleontologici dell’Italia Centrale, risalente a oltre 300.000 anni fà (Pleistocene medio-superiore). In questo luogo. ricco di acque e frequentazioni animali, non potevano mancare tracce di presenza dell’uomo ed infatti sono stati rinvenuti anche strumenti di pietra e qualche resto osseo del nostro progenitore, risalenti al Paleolitico Inferiore.
Oggi il giacimento - che si estende per 900 mq. - è opportunamente ricoperto e protetto ed è aperto alle visite, anche se solo su prenotazione telefonando al numero +39.06.39967700 (lunedì-sabato 9-13.30 e 14.30-17), o collegandosi al sito www.archeorm.arti.beniculturali. Il Museo è raggiungibile con una strada che origina dal Km. 11 della Via di Boccea oppure - con diverso percorso - dal km 22 della Via Aurelia (prendere la strada in direzione Anguillara).


Nella Foto - Un'idea della Polledrara in epoca pleistocenica (da www.romaperbambini.it)

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