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ABBAZIA DI FARFA
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Comune: Fara in Sabina Categoria : abbazie Tipo : abbazie e monasteri'Questo è il luogo che ti avevo promesso' così disse la Madonna a Tommaso di Morienne, indicandogli il sito del diruto eremo di San Lorenzo. Adagiata sul fianco di una collina, preceduta da un grazioso borghetto, questa Abbazia conserva ancora la suggestione di quella che era stata - in un certo periodo del Medioevo – forse la più potente delle Abbazie Feudali della Penisola. Le distruzioni ed i rimaneggiamenti che si sono succeduti nei secoli però hanno modificato molto l’originario assetto di questo grande complesso, la cui decadenza iniziò quando, dopo lo splendore legato alla sua autonomia e al rapporto privilegiato con il potere imperiale, finì sotto la diretta giurisdizione papale
Nella foto: FARA IN SABINA -ABBAZIA DI FARFA: scorcio del complesso
AMBIENTE IN CUI SORGE L'ABBAZIA DI FARFA
L'Abbazia si trova a mezza costa di una verde valletta ricca di ulivi, nella SABINA (regione del Nord-Est del Lazio).
Il luogo ospitava, nell'antichità remota, santuari di culto pagano (c'era un TEMPIO DEDICATO A VACUNA - Dea del riposo dei contadini - la quale aveva anche altri templi nella zona).
Il luogo pertanto è uno di quelli deputati da sempre alla spiritualità e non a caso nel territorio vicino (verso Rieti) si trova la VALLE SANTA REATINA (Santuari e Conventi francescani). I rinvenimenti effettuati fanno anche pensare all’esistenza, nella zona, di una villa romana (epoca di Commodo).
All’esterno del complesso abbaziale sorge un GRAZIOSO BORGO DI ORIGINE TARDO-MEDIOEVALE con botteghe artigiane e di prodotti locali (siamo nella Sabina: importante la produzione dell'olio che dà luogo anche a varie manifestazioni folkloristico-promozionali).
NELLE VICINANZE DI FARFA si trovano: il capoluogo FARA IN SABINA, grazioso borgo medioevale con un bel Museo Civico Archeologico ed il particolare Museo del Silenzio mentre poco ad Est (dalla parte opposta della Salaria) si trova il CASTELLO DI NEROLA; proseguendo sulla Salaria verso Nord si raggiunge RIETI (Quartiere Medioevale e resti romani) epicentro della VALLE SANTA REATINA (Santuari Francescani di Fonte Colombo, Greccio - luogo del primo Presepe al Mondo - Santa Maria della Foresta, San Giacomo a Poggio Bustone).
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STORIA DEL COMPLESSO
In questo luogo, SAN LORENZO SIRO avrebbe fondato nel V secolo d.c. UN PRIMO EREMO (poi distrutto dai Longobardi).
Nel 680 il prete savoiardo TOMMASO DA MAURIENNE, pellegrino tornato da Gerusalemme, FONDO SULLA DISTRUTTA CHIESETTA DI SAN LORENZO UN MONASTERO BENEDETTINO; fu allora che questo avamposto al confine fra il Ducato di Spoleto e il territorio romano, ATTRASSE LE ATTENZIONI di chi aveva interesse a controllare il territorio della Chiesa (GLI ABATI DI FARFA NON FURONO MAI DI ESTRAZIONE LOCALE, bensì erano germanici o comunque espressione della potenza dominante al momento).
L'Abbazia di Farfa fu nel Medioevo (epoca degli ‘Abati Feudatari’) CENTRO DI DOMINIO DI UN VASTO TERRITORIO CHE SI ESTENDEVA DAL TIRRENO ALL'ADRIATICO, dalla Sabina all’ Umbria e alle Marche. La sua potenza originava da un PRIVILEGIO CONCESSO DA CARLO MAGNO (che qui era passato - andando a Roma per la sua incoronazione - nell’anno 800) e fu poi basata sull’appoggio dato (e ricambiato) ai successivi imperatori; essa godeva quindi di una GRANDE INDIPENDENZA DAL PAPATO.
Già dagli inizi del Mille l'Abbazia (anche grazie alla Riforma Cluniacense) fu UN GRANDE CENTRO DI STUDIO E CULTURA DELL'INTERO OCCIDENTE, luogo di fusione della cultura germanica con quella romano-cristiana. Grande era anche l’importanza commerciale di questo luogo tant’è che a Farfa si teneva UNA DELLE OIU' GRANDI FIERE DEL MEDIOEVO.
L’ indipendenza e LO SPLENDORE FINI' CON IL TRATTATO DI WORMS (1122) quando essa fu condotta sotto il dominio della Chiesa romana, che ne incamerò le ricchezze e la ridusse alle dipendenze di vicine diocesi e di Abati commendatari che la finirono di spolpare.
La storia successiva, fra alti e bassi (con l’Abate Orsini fu riedificata, nel 400, la Chiesa) condusse l’Abbazia ad uno stato di semiabbandono; dopo l’Unità, con il passaggio al Demanio dello Stato, il complesso fu in gran parte venduto a privati (la famiglia VOLPI DI MISURATA successivamente donò la sua proprietà ai monaci).
Nel 1921 l’ABATE SCHUSTER (poi divenuto cardinale) determinò la definitiva rinascita dell’Abbazia ripopolandola con una cospicua colonia di operosi monaci.
Il COMPLESSO ABBAZIALE
Oggi, per la verità, QUESTA ABBAZIA, NON MOSTRA LA GRANDIOSITA' PER CUI ERA NOTA NEI SECOLI ed il suo aspetto non è paragonabile ad altre grandi Abbazie magari con un passato di minore grandezza.
Essa si presenta come un corpo compatto, QUASI UNA FORTEZZA MEDIOEVALE, situata però in basso rispetto al monte che la sovrasta. Il complesso, in realtà, è costituito da un recinto continuo di fabbricati che racchiude la grande Chiesa Abbaziale (Santa Maria di Farfa). L’Abbazia mostra chiaramente tutta la successione di interventi effettuati nelle varie epoche (romanica, gotica, seicentesca).
Attraverso un portale romanico si accede al cortile in cui sorge l’attuale CHIESA ABBAZIALE (frutto della ricostruzione operata nel 1492, su iniziativa dell’Abate Orsini) in cui è riconoscibile la vecchia struttura carolingia. Essa presenta una facciata tripartita, con un bel rosone, e l'interno a tre navate con colonne ioniche, un inaspettato soffitto a cassettoni (in oro e azzurro, bello ma forse stona un po’) e diverse opere d'arte. Un MAGNIFICO CAMPANILE ROMANICO A TRIFORE affianca la Chiesa mentre nel Chiostro si possono osservare frammenti architettonici relativi alle varie fasi di costruzione dell'Abbazia.
Oltre alle colonne della Chiesa, sulle pareti del complesso sono visibili -sia come elementi costruttivi che decorativi - vari reperti romani, e altomedioevali, tra cui resti di sarcofagi (qualcuno di essi è stato ritrovato intatto, riutilizzato come sepoltura di Abati).
Al restauro del complesso, ed in particolare del borgo, dedicò molte cure il CONTE VOLPI DI MISURATA, uno dei grandi pionieri dell’industria italiana del XX secolo (tra l’altro fu il fondatore di Porto Marghera ed il promotore del Festival del Cinema di Venezia).
PER I PIU’ INTERESSATI O CURIOSI
1) L'ANTICO PATRIMONIO FEUDALE DELL'ABBAZIA
L’Abbazia nel Medioevo SI FREGIAVA DELLE INSEGNE IMPERIALI e praticamente tutti i suoi Abati provenivano dalle terre dell’Imperatore; si chiamavano Walderpert, Mauroald, Ingoald…
Secondo il Muratori, l’Abbazia arrivò a possedere 683 chiese e cenobi, le città di Centocelle (Civitavecchia) ed Alatri, 5 castaldati, 132 castelli, 16 fortezze, 7 porti, 7 saline, 14 ville, 82 mulini ed un gran numero di laghi, pascoli e terreni; inoltre AVEVA UNA PROPRIA POSSENTE MILIZIA. Questo splendore è documentato dalla raccolta del Museo Medioevale presso l’Abbazia.
2) DOCUMENTI VERAMENTE PREZIOSI
Nella Biblioteca dell’Abbazia sono custoditi antichissimi manoscritti miniati e PREZIOSI INCUNABOLI, testimoni di questo “scriptorium” che contribuì notevolmente a CONSERVARE LA CULTURA OCCIDENTALE NEI SECOLI BUI. Qui era anche il Chronicon Pharphense (ora custodito a Roma) che riferisce come San Lorenzo Siro dovette liberare la Valle Acuzia uccidendo (non si sa come) un grande drago che evidentemente aveva un alito molto pestifero (…in quondam puteo loci qui dicitur Acutianus….immanis draco habitaret).
3) UNA PREZIOSA CASSETTA
L’Abbazia conserva un prezioso COFANETTO EBURNEO DELL'XI SEC., con intarsi che illustrano la nascita di un laboratorio per l’avorio in Costa di Amalfi.
Dedicato alla Vergine dal committente (certo Mauro Comite di Amalfi, che vi fece incidere anche il nome dei suoi sei figli) è annoverato fra le principali opere d’arte del Medioevo Mediterraneo (è stata esposto, nei primi mesi del 2008, a Salerno, nella rassegna “Enigmi degli avori medioevali ”.
4) LA PRIMA COMEDIA MUSICALE
Il giovane Monsignor Giulio Rospigliosi (divenuto Papa col nome di Clemente IX) nel 1639 scrisse e rappresentò qui un’operetta musicale intitolata ‘Chi soffre speri, ovvero la Fiera di Farfa’ a cui contribuì Salvator Rosa sia come musicista che come attore comico.
5) FORSE UNA FONTE D'ENERGIA A BUON MERCATO
Secondo quanto riferisce Umberto Cordier nella Guida ai Luoghi Misteriosi d’Italia, la colonna posteriore sinistra del ciborio che copre l’altare maggiore dell’Abbazia darebbe, al contatto, una inspiegabile SENSAZIONE DI SCOSSA ELETTRICA.
6) PICCOLI ACQUISTI ALL'ABBAZIA e NEL BORGO
Presso l’Erboristeria dell’Abbazia sono in vendita miele, olio di oliva, liquori certosini, cioccolata e creme. Nel borghetto esterno c’è produzione e vendita di prodotti artigianali, ceramiche, tessuti realizzati a mano e piccolo antiquariato, attività ereditata dalla antica tradizione commerciale di questo luogo: la FIERA DI FARFA era infatti una delle più importanti di tutto il Medioevo. | |
Per informazioni: L’Abbazia sorge nel territorio comunale di Fara in Sabina ed è raggiungibile percorrendo la Via Salaria fino al bivio di Passo Corese, dove si prende la strada in direzione di Fara in Sabina; si seguono quindi le indicazioni per l’Abbazia dove si arriva dopo dieci chilometri: Al bivio di Passo Corese si arriva anche dal vicino casello di Fiano Romano della bretella AUTOSOLE di Roma Nord.
L’Abbazia è tenuta dai Monaci Benedettini Cassinesi (SITO http://www.abbaziadifarfa.it); essa ha una Foresteria, gestita dalle Suore Brigidine in grado di ospitare - su prenotazione - singoli e famiglie; tel.. 0765 277087, E-mail: suorefarfa@brigidine.org
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