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PARCO DEI MOSTRI di BOMARZO
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Comune: Bomarzo Categoria : ville e palazzi storici Tipo : parchi storiciGrande villa - parco naturale, disseminata di gigantesche sculture ricavate nei blocchi di peperino affioranti dal terreno, costituisce uno dei più misteriosi luoghi d’Italia. L’aspetto inquietante o quantomeno mostruoso delle raffigurazioni - in linea con il clima di decadenza manieristica (ed esoterismo) che pervadeva la cultura e la moda dei giardini di metà cinquecento - si presenta come frutto di una mente alquanto agitata come era in effetti quella del nobile Orsini che le aveva volute.
Nella foto: BOMARZO - PARCO DEI MOSTRI: figura di Orco
AMBIENTE IN CUI SI TROVA IL PARCO DI BOMARZO
Siamo fra i due e i trecento metri di quota tra le colline della Tuscia Viterbese, presso i limiti settentrionali dei Colli Cimini, in vista della Valle del Tevere, fiume che qui demarca il confine tra Lazio e Umbria. L’ambiente è abbastanza salvaguardato, come del resto il paese di Bomarzo (che, raccolto su uno sperone tufaceo, è discretamente conservato nei suoi caratteri medioevali); tutta l’area è ricca di testimonianze etrusche, romane e medioevali. Nel territorio di Bomarzo si trova la Riserva Naturale Monte Casoli, vasta 285 ettari, caratterizzata da una grande varietà di situazioni geologiche e boschive che ne fanno un’area di rilevante interesse naturalistico. Il Palazzo Orsini e la sottostante Villa (Parco dei Mostri) sorgono ai limiti del paese, con vista panoramica sulla valle del Tevere.
STORIA DEL PARCO DEI MOSTRI DI BOMARZO
Al tempo degli etruschi esisteva qui nei pressi un centro abitato (Plimartium, nome dedicato a Marte, da cui poi è derivato quello d Bomarzo) che poi fu romanizzato e tirò avanti per diversi secoli. Caduto l’Impero, quando le incursioni barbariche si fecero più pressanti, gli abitanti di quel villaggio si trasferirono su questo ripido sperone tufaceo,; costituirono un borgo più o meno fortificato (nel duecento vi fu realizzato un vero e proprio castello) e gran parte del medioevo trascorse senza avvenimentì di rilievo. Nel 1502 Giovanni Corrado Orsini ereditò dal padre Girolamo, il feudo di Bomarzo e nel 1519 incaricò il senese Baldassarre Peruzzi di progettare un nuovo edificio che sostituisse il castello, iniziando dalla zona più vicina alla Chiesa. Contemporaneamente il Peruzzi, che diresse anche i lavori, realizzò anche una nuova strada che rendeva più agevole l’ingresso al Palazzo. Gli Orsini intanto acquisivano una vasta area a livello più basso del Palazzo, degradante verso valle (quella su cui poi sarebbe stata realizzato la Villa. Fu il figlio di Giovanni, Pierfrancesco Orsini detto Vicino (1523-1583) a completare il Palazzo ed a costruire, a valle di esso, la Villa. Questo personaggio ebbe una vita molto travagliata, partecipando - anche con ruoli molto importanti - a importanti vicende politiche e militari che coinvolgevano lo Stato Pontificio a metà del cinquecento. Si ritirò a vita privata nel 1557, sembra dopo aver assistito alla distruzione di Montefortino (ora Artena, nel Lazio Meridionale) ed all’uccisione di tutti i suoi abitanti, ordinata dal Papa per vendicare il massacro di cento soldati dell’esercito Pontificio. Vicino Orsini costruì la sua strana villa intorno al 1560, ‘sol per sfogare il core’ a seguito della morte della sua amata consorte (Giulia Farnese) che aveva sposato nel 1544. La tradizione vuole che i massi siano stati scolpiti da prigionieri turchi in catene ed in effetti qualcosa di esotico si intravede nelle figure; l’ulteriore circostanza che essi provenissero dalla battaglia di Lepanto è abbastanza inverosimile visto che questa battaglia si svolse nel 1571, troppo in là rispetto all’epoca della costruzione. Il Palazzo passò, nei secoli, in proprietà dei Lante, quindi del Principe Poniatowski (nobile ottocentesco polacco, dalla vita stravagante, di cui fu segretario Gioacchino Belli), poi dei Borghese, quindi del Comune di Bomarzo.
Il PARCO-VILLA DEI MOSTRI OGGI
Sembra che il merito della ‘riscoperta’ di questo parco sia da attribuirsi a Salvador Dalì che lo visitò e ne rimase affascinato, tanto da esserne ispirato per alcune sue famose scenografie. . Pur meritando una visita il Centro Storico ed il Palazzo Orsini, la grande attrattiva di Bomarzo resta il Sacro Bosco (Parco dei Mostri). Realizzato da Vicino Orsini, in basso, ad ovest del paese, come rappresentazione di un mondo esoterico da lui immaginato, a seguito della lettura di poemi cavallereschi di suoi contemporanei (quali l’Orlando Furioso dell’Ariosto e l’Amadigi di Bernardo Tasso, pubblicato proprio in quel tempo). Il Sacro Bosco fu dedicato da Vicino Orsini alla moglie Giulia Farnese (da non confondere con la famosa omonima amante di Papa Borgia, moglie anch’essa di un Orsini ma vissuta molti anni prima). Il Parco fu progettato da Pirro Ligorio (l’architetto che terminò la fabbrica di San Pietro dopo la morte di Michelangelo) ed il messaggio di benvenuto ai visitatori,:scritto su una pietra ‘Voi che per il mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte e stupende, venite qua dove son facce horrende, elefanti, leoni, orsi, orchi e draghi’ dà una breve descrizione di ciò che ci aspetta. Lungo le pendici di un anfiteatro naturale ai lati di un percorso che si snoda verso la vallata sottostante, incombono sul visitatore innumerevoli macigni trasformati in figure mostruose. Siamo nel genere del ‘grottesco’ e le sculture sono in gran parte ideate da Simone Moschino, un architetto - scultore originario della vicina Orvieto che lavorò molto anche a Parma. Oltre alle ‘sculture’, alcune delle quali gigantesche (in quella dell’Orco si può addirittura penetrare all’interno), nel Sacro Bosco vi sono vere e proprie costruzioni (anch’esse totalmente in tono con l’ambiente, se non altro con il colore grigio-verdastro che lo caratterizza). Si tratta della curiosa Casetta Inclinata e del Tempietto di stile dorico, dedicato a Giulia Farnese (che alcuni attribuiscono al Vignola, in quel tempo impegnato molto da queste parti) in cui comunque sono sepolti Giancarlo e Tina Bettini, la coppia che nel secolo scorso rilevò questo complesso e lo aprì alle visite. Molti filosofi e letterati si son cimentati nelle ipotesi interpretative di questo labirinto di simboli e delle intenzioni di Vicino Orsini che però forse erano solo quelle di ‘sfogare il core’ dopo la morte dell’amata consorte. Nelle vicinanze del Parco si trova la graziosa piccola chiesa cinquecentesca di Santa Maria della Valle, restaurata anch’essa dalla famiglia Bettini. Il nucleo storico di Bomarzo ed il Palazzo Orsini (di cui la Villa è pertinenza, seppure molto distaccata) meriterebbero maggiore attenzione da parte dei visitatori di questi luoghi, il cui interesse è in genere calamitato da questa famosa Villa. Il nucleo antico del paese , isolato su un costone tufaceo, conserva intatta la struttura medioevale in cui spicca la Chiesa di Santa Maria Assunta (dove sono conservate le spoglie di Sant’Anselmo). Il Palazzo Orsini sorge ai bordi del paese ed esso è definito da molti storici dell’arte ‘ gioiello di architettura tardo – rinascimentale’ con le sue logge e i grandi saloni affrescati da grandi artisti dell’epoca, abbellito fino a metà del seicento quando esso era già passato ai Lante della Rovere.
TRA GLI ALTRI LUOGHI DI INTERESSE non lontani da Bomarzo si segnalano : Bagnaia (splendida Villa Lante), la città di Viterbo (importante centro storico-archeologico e quartiere medioevale), Caprarola (grandioso Palazzo Farnese) e Civita di Bagnoregio (suggestiva ‘città morente’). | |
Per informazioni: Bomarzo è a 21 km. a Nord di Viterbo ed è raggiungibile con Autosole( uscita Attigliano,a 4 km). Bus Cotral da Viterbo o da Orte Scalo (ferrovia Roma Firenze). Aperto tutto l’anno fino al tramonto.INFO tel 0761 924029. L’indirizzo è: Località Giardino , Bomarzo (VT)
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