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GULIELMO PEPE ALLE GOLE DI ANTRODOCO
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Comune: Antrodoco Tipo : FATTI, MISFATTI, LUOGHI E PERSONAGGIGuglielmo Pepe: molti si chiederanno “ chi era costui ?” tanto è l’oblio sulle vicende di cui è stato protagonista, compresa la battaglia di Rieti-Antrodoco, del 7 – 12 marzo 1821, che è considerata la prima battaglia del Risorgimento Italiano. Se la storia risorgimentale d’Italia non fosse stata scritta esclusivamente dai Piemontesi questo generale patriota (che lottò in particolare per il riscatto dei popoli del Regno delle Due Sicilie e l’adesione ad un disegno nazionale di più ampia levatura) sarebbe ricordato oggi con maggiore considerazione.
Guglielmo Pepe (Squillace1783 –Torino1855), fu un Generale e Patriota risorgimentale italiano; allievo dell’ Accademia dell’Annunziatella di Napoli, ancora giovanissimo, nel 1799 partecipò alla DIFESA DELLA SORGENTE REPUBBLICA PARTENOPEA. I presagi per questo personaggio non erano dei più felici perché già in quell’occasione la sua parte fu sconfitta e lui - fatto prigioniero – fu esiliato in Francia. Qui, con la Legione Italiana, fu al servizio di Napoleone partecipando alla BATTAGLIA DI MARENGO (1800) e questa volta contro gli austriaci gli andò bene. Nel 1803, a venti anni, tornò a Napoli ad organizzare una nuova rivolta contro i Borboni, ma finì nuovamente in prigione; venne liberato da Giuseppe Bonaparte che lo nominò MAGGIORE DELL'ESERCITO NAPOLETANO. Successivamente con Gioacchino Murat ebbe alcuni successi anche in Spagna; caduto Napoleone, tornò a Napoli questa volta al servizio dei Borboni che gli affidarono il comando della Terza Divisione Militare, mossa incauta, perché quando, nel 1820, egli fu incaricato di SEDARE I MOTI CARBONARI, si schierò dalla parte dei rivoltosi che lo nominarono capo dell’ esercito. Quando si trattò di difendere l’assetto costituzionale messo in pericolo dal Re Ferdinando che aveva invocato (al Congresso di Lubiana) l’aiuto delle potenze straniere, ai primi del 1821 si recò alla testa delle sue truppe ad INTERCETTARE GLI AUSTRIACI CHE SI APPRESTAVANO AD ATTACCARE IL REGNO DI NAPOLI. Passato (tra Abruzzo e Lazio) il confine del Regno, si trovò di fronte gli austriaci (comandati dal Generale Barone Johan VON FRIMONT) acquartierati in diversi stanziamenti nel reatino, allora nello Stato della Chiesa. Il Generale Pepe ordì una serie di manovre che avrebbero dovuto indurre scompiglio nell’esercito avversario ma la scarsa tempestività con cui il suo generale Montemajor dette seguito agli ordini portò le truppe napoletane a doversi ritirare lungo la via da cui erano venute, cioè le GOLE DI ANTRODOCO. Fu in queste Gole e precisamente sulla strada che si dirama verso l’Aquila (attuale SS 17), presso il Santuario della Madonna delle Grotte, che avvenne la resa definitiva dell’esercito di Guglielmo Pepe. Gli Austriaci, entrati a Napoli qualche giorno dopo abrogarono tutte le conquiste liberali promosse l’anno precedente. Mentre il Generale Frimont aggiungeva ai suoi titoli quello di PRINCIPE DI ANTRODOCO, Gugliemo Pepe espatriava in esilio a Londra e poi a Parigi. Passò qualche decennio in queste città, fu amico di U. Foscolo, si dedicò a studi letterari e alla scrittura di saggi e memorie, finchè nel 1848, Ferdinando II –Re di Napoli – lo amnistiò incaricandolo nel contempo di guidare un corpo di spedizione napoletano alla difesa del Veneto contro gli austriaci.
Disobbedendo ancora una volta al Re, che gli aveva ordinato di tenersi lontano da Venezia, raggiunse questa città e SI POSE AGLI ORDINI DI DANIELE MANIN che lo nominò capo dell’esercito veneziano. Dopo coraggiosi combattimenti, alla caduta di Venezia andò per l’ennesima volta in esilio, a Parigi. Tornò in Italia, a Torino, dove passò gli ultimi anni della sua vita assistendo allo sviluppo di un grande Regno Piemontese ma non ancora del Regno d’Italia che lui aveva tanto sognato. | Nella Foto - Sinistra: Le Gole di Antrodoco
Destra : Scorcio della Battaglia di Antrodoco (da Ars Bellica). |
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